Mette i puntini sulle “i” il presidente-commissario Toma. E nel farlo premette di «non essere assolutamente in contrapposizione con il Gemelli». Il tema è quello che da un po’ di giorni sta tenendo in apprensione i molisani e, in particolare, i malati oncologici che fanno ricorso alle prestazioni di radioterapia. Prestazioni che in regione eroga solo il Gemelli.
I vertici di contrada Tappino qualche settimana fa hanno messo in guardia autorità sanitarie e utenti: stiamo ultimando il budget, se la struttura commissariale non lo rimpingua o ci autorizza a sforare potrebbe sorgere qualche problema. La risposta della struttura commissariale, avallata dai ministeri di Salute e Finanze, non si è fatta attendere: il Gemelli può utilizzare il budget destinato ad altre prestazioni per somministrare la radioterapia. Soluzione non gradita e perciò impugnata dall’ex Cattolica davanti al Tar, che venerdì ha sospeso in via cautelare, in attesa dell’udienza di merito, l’efficacia del provvedimento.
Il Tar – sostengono il commissario Toma e il sub Papa nel corso di un incontro con i cronisti – «sostanzialmente ci aiuta a dirimere il contenzioso». Il vertice con la stampa si è reso necessario – le parole del presidente – «per chiarire qualche punto tecnico o oscuro».
Intanto una novità: il 27 settembre – dunque prima dell’udienza di merito del ricorso presentato dal Gemelli – è in programma un summit presso il ministero delle Finanze con i dirigenti di Mef e Salute. Toma è certo che la convocazione scaturisca dal pressing che il Molise sta facendo sul governo: «Suppongo – spiega – che discuteremo delle richieste avanzate circa lo sforamento del budget per radioterapia».
Il commissario poi illustra perché nel provvedimento finito sotto la lente dei magistrati contabili sono state incluse tutte le prestazioni ambulatoriali, anche quelle che la struttura sapeva bene di non poter sospendere (e oggetto – spiega sempre il presidente-commissario – di censura del Tar): «Il nostro decreto sospendeva a far data dal 19 settembre le prestazioni ambulatoriali erogate dal Gemelli in maniera generica. Ma non abbiamo potuto fare diversamente perché, nonostante le reiterate richieste, il Gemelli non ci ha fornito le agende degli appuntamenti. I giudici del Tar in tal senso ci vengono incontro perché affermano: non si possono sospendere le prestazioni collegate alle patologie oncologiche e cardiologiche già accertate. Bene! Non appena dal Gemelli ci forniranno i dati, potremo essere più precisi nello stabilire cosa sospendere e cosa no».
Il sub commissario Giacomo Papa spiega che «prima di rimodulare il budget la struttura ha chiesto di ottenere una serie di informazioni entro il 13 settembre scorso. Entrare in possesso delle agende degli esami era necessario proprio per fare quanto ci ha indicato il Tar, cioè dividere le prestazioni differibili da quelle indifferibili. Il Gemelli – ancora Papa – ci ha fornito, tra l’altro oltre il termine stabilito (13 settembre, ndr), numeri parziali e senza specificare se fossero relativi a prestazioni private o convenzionate. Dati che non ci hanno consentito di poter valutare il tipo di prestazione. Ieri (venerdì, ndr) abbiamo chiesto nuovamente al Gemelli l’agenda e di specificare quali prestazioni rientrano tra quelle oggetto di sospensiva da parte del Tar. Confidiamo di ottenere i dati entro lunedì».
Sembra di capire che il Gemelli abbia sollevato un problema relativo alla privacy. Problema, secondo quanto afferma Toma, superato dal ruolo della struttura commissariale e della Regione: «Siamo organo di controllo» – così il governatore.
Tra l’altro, la tesi del commissario, «il Cup unico prevede l’inserimento dei dati di tutte le prestazioni ambulatoriali». Ma sembrerebbe che Gemelli non stia ottemperando.
«Chi non adempie (Cup unico, ndr) – ancora Toma – è passibile di sanzione».
Il governatore si spinge anche oltre: «Il Gemelli eroga un servizio salvavita e di certo non gli sospendiamo l’accreditamento», lasciando intendere che sarebbe tuttavia facoltà della struttura commissariale farlo. «Anzi – aggiunge – stiamo cercando in tutti i modi di favorire la collaborazione. Certo – la stoccata finale – se avessimo dieci erogatori delle medesime prestazioni, forse ragioneremmo diversamente». Toma ha anche illustrato, fornendo una serie di date e citando diverse istanze, l’azione di pressing sui ministeri affiancanti per ottenere più fondi.
Il presidente-commisario ha infine spiegato di essere contrario ai tetti di spesa, «li eliminerei. Le cure devono essere sempre garantite, al di là dei budget. Quello su cui invece punterei sono i controlli. È necessario limitare gli sprechi, non le prestazioni. Che tuttavia devono essere certificate e giustificate».
ppm