«La sanità privata non è il problema principale del Molise, non è la causa del debito della sanità regionale. Anzi, è una risorsa».
Nella conferenza stampa convocata da Aiop Molise per la cosiddetta “Operazione verità” (che riunisce i centri dell’ospedalità privata in regione), e a cui hanno presto parte Gemelli e Neuromed, sono stati forniti numeri ed evidenze dell’importanza delle cliniche per il Molise, la sua economia e anche le sue finanze, oltre che per «lo sviluppo quotidiano della medicina e della ricerca nel mondo intero». Perché, per esempio, l’istituto di Pozzilli specializzato nelle neuroscienze è un Irccs. Conquista messa a rischio, è stato evidenziato, dalla politica dei tetti invalicabili al budget. E d’altro canto quando sono state avviate le attività dei due principali erogatori privati si pensava e puntava a un bacino d’utenza di 4 milioni di abitanti. Difficile conservarne l’eccellenza limitandone l’attività per far quadrare i conti di una Regione di 290mila abitanti scarsi.
Due i motivi principali dell’incontro con gli organi di informazione: rispondere agli attacchi di una parte politica, mai menzionata ma è sembrato chiaro il riferimento al Movimento 5 stelle, che afferma che i privati tolgono soldi alla sanità pubblica e spiegare che i paletti contenuti nel piano operativo del commissario Toma e nel decreto di fissazione del budget per il 2022 (firmato a fine ottobre) sono autolesionistici per le casse molisane e gravemente dannosi per la tenuta delle cliniche.
Ogni anno la mobilità attiva, vale a dire il totale delle prestazioni che queste erogano per pazienti non molisani, è di gran lunga superiore al costo sostenuto dalla Regione per i molisani che invece vanno a curarsi fuori. Un saldo che nel 2018, ultimo dato disponibile certificato della Fondazione Gimbe, è stato pari a 34 milioni. Bloccare la possibilità di offrire interventi, visite ed esami agli extraregionali è controproducente sotto molti punti di vista. Quando, a compensazione avvenuta e quindi dopo un paio di anni, le Regioni di provenienza pagano l’extrabudget (e non è mai avvenuto che non lo abbiano riconosciuto), l’ente di Palazzo Vitale trattiene una quota del 15%.
La mobilità attiva hanno ribadito i vertici di Gemelli e Neuromed – i presidenti Stefano Petracca e Giovanni de Gaetano –, ma in sala c’era anche l’amministratore di Villa Maria Nicola Baranello, è un guadagno per il Molise. Tanto è vero che per esempio la Lombardia ogni anno premia il San Raffaele per la sua attrattività.
Le cause del disavanzo sono altrove, è il contrattacco di Aiop. Nessuna struttura pubblica è in equilibrio, senza contare gli 87 milioni chiesti dall’Inps qualche anno fa (e che tuttora gravano sui bilanci) per i contributi post sisma del 2002. Una situazione delicatissima più volte censurata dalla Corte dei Conti.
Il costo dei privati non è di 101 milioni annui (questo il tetto di spesa fissato per il 2022) perché i 52,5 milioni riconosciuti ai privati per le cure ai non molisani saranno pagati dalle Regioni di provenienza. Una partita di giro, ha rimarcato Petracca. Tutte le strutture convenzionate costano 48,5 milioni all’anno. Quarantotto milioni in cui sono comprese, per esempio, le prestazioni del direttore della cardiochirurgia del Gemelli Antonio Calafiore, un’autorità mondiale nel campo. Siciliano, ha diretto le cliniche e le scuole di specializzazione di Chieti, Torino e Catania. Dal 2009 al 2016 è stato alla guida del dipartimento di cardiochirurgia dell’adulto presso il Prince Sultan Cardiac center di Riyadh in Arabia Saudita. Da giugno è al Gemelli, in Molise.
Quarantotto milioni che remunerano anche i servizi che ai molisani offre il centro di cura di Pozzilli diventato Irccs specializzato nelle neuroscienze grazie al suo direttore scientifico Luigi Frati. I più lo ricordano rettore della Sapienza. Ma Frati, toscano trapiantato a Roma che guida il Neuromed dal 1992, è stato anche a capo dell’oncologia dell’Umberto I, direttore del programma di biologia molecolare dei tumori del Cnr e presidente del Consiglio superiore di sanità.