Pentito dell’investimento, ancora no. «La voglia di andare avanti c’è». Però, ha ammesso il presidente di Gemelli Molise Stefano Petracca, «la nuova grana» va risolta con urgenza. E la preoccupazione è tanta: «Non ho mai dormito così poco in vita mia», ha confessato il fondatore di Responsible Capital che ha acquistato a marzo scorso l’ospedale dalla Cattolica.
La grana è la nota con cui la Regione ha comunicato ai privati convenzionati che senza la firma del contratto 2022 non saranno riconosciute le prestazioni di novembre e dicembre. Siglare quell’accordo come il presidente Toma ha chiesto anche nelle interviste rilasciate in questi giorni – ha ribadito Petracca nel corso della trasmissione Fuoco incrociato ieri sera su Teleregione – vorrebbe dire chiudere perché il tetto di spesa fissato dal commissario della sanità a fine ottobre (37,8 milioni per il Gemelli) è stato già raggiunto (la stima della struttura al 30 novembre è di 40 milioni). Che firmi o meno il contratto, per il 2022 il Gemelli non riceverà più nulla da Palazzo Vitale.
«Volevamo chiudere la stagione dei contenziosi», ha dichiarato Petracca. Con questo obiettivo ha inviato alla Regione e ai ministeri di Economia e Salute le proiezioni relative al ‘consumo’ del budget – per esempio per la radioterapia – già a giugno e luglio. Se il tetto di spesa è invalicabile, dobbiamo fermarci: questa la domanda posta alle istituzioni con la richiesta di risposte chiare che potessero mettere in condizione i vertici di decidere anche un paino di ristrutturazione. «Siamo stati sempre rassicurati: non fermatevi, troveremo una soluzione». A fine ottobre il provvedimento sul budget. Un mese dopo, lo stop al pagamento delle fatture. Tutto questo, ha riferito Petracca, senza mai una interlocuzione, anche per quanto riguarda il piano operativo. «Siamo arrivati a una comunicazione unilaterale: o così o niente».
La nota della Regione sarà impugnata. Intanto i pazienti ricoverati continuano a essere assistiti (anche perché si tratta di cardiopatici o oncologici): «Finché non riceviamo una comunicazione su una soluzione o sulla presa in carico dei pazienti che abbiamo in cura, con l’assicurazione che vengano curati come garantisce la Costituzione, continueremo a erogare prestazioni: noi non lasceremo morire nessuno».
Evidente l’amarezza, però: «Non c’è bisogno di andare a Milano per un intervento cardiochirurgico, c’è il Gemelli Molise. Abbiamo un bacino d’utenza enorme, solo in Molise Gemelli e Neuromed non hanno ragione di esistere». Il riferimento è al dibattito in corso da anni e alla contrapposizione fra pubblico e privato. Intanto la classe politica regionale, quella che è al governo e quella che è all’opposizione, continua a restare in silenzio (ieri si è registrata solo la nota di Azione). «Se i cittadini non vogliono queste strutture – la provocazione di Petracca – hanno la possibilità di esprimerlo in campagna elettorale». Lui chiede, ha concluso, «risposte serie che ci permettano di andare avanti, di non perdere posti di lavoro e di continuare a rappresentare l’eccellenza che siamo».

ppm

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