Per tutto il 2023 sarà impossibile eseguire una tac o una risonanza magnetica negli ospedali molisani. Così pare sia stato spiegato a chi ha provato a prenotare uno dei due esami nelle ultime ore.
Il condizionale è necessario per due ragioni. La prima è che il sabato è impossibile avere risposte dal call center sanitario della Regione Molise (in realtà ieri non ha risposto nemmeno quello dell’ospedale Cardarelli che il sabato dovrebbe essere attivo); la seconda è che il dg dell’Azienda sanitaria Florenzano, contattato dai colleghi di Teleregione, ha detto di non avere – al momento – gli elementi necessari per fornire informazioni certe.
Eppure più di qualche utente riferisce di non aver potuto prenotare perché – così gli avrebbero spiegato dal Cup – non essendoci disponibilità nel 2023, attualmente l’agenda 2024 – d’altronde manca un anno e oltre – è chiusa. Poiché è accaduto a più di qualcuno, sembra strano che tutti abbiano capito male.
In definitiva, avendo ultimato il budget centri come Gemelli Molise e Neuromed che eseguono migliaia di esami strumentali mensilmente, è assai probabile che gli utenti che si sono visti cancellare la prenotazione dalle due strutture private convenzionate, abbiano preso d’assalto il Centro unico di prenotazione della Regione ed esaurito in pochi giorni la capienza delle strutture pubbliche.
Va sempre peggio, dunque.
Al dì là dell’alta specializzazione e degli interventi di alta complessità, le cliniche private in Molise sopperiscono sovente alle carenze che gli utenti riscontrano nel pubblico. Nell’immaginario collettivo, per chi vive a Campobasso o nell’hinterland, da qualche anno è diventato “normale”, se necessario, prenotare una risonanza magnetica, una gastroscopia o una colonscopia al Gemelli Molise o al centro radiologico Potito. Vale per chi abita in provincia di Isernia che per le medesime prestazioni si rivolge al Neuromed.
Non è una guerra, non è concorrenza, è praticità, efficienza e soprattutto velocità.
Nei centri privati, che eseguono esami a ciclo continuo, festivi compresi, si riesce sempre ad ottenere una data utile non troppo lontano dalla richiesta. I tempi medi di attesa per lo stesso esame negli ospedali o ambulatori pubblici sono di mesi, se non addirittura anni.
Nel caso di esami meno richiesti ma comunque importati e per certi versi di routine – come può essere l’ecografia alle anche ai pargoli nei primi mesi di vita o l’ecocardiogramma, consigliato dai pediatri entro il compimento del terzo anno – è opportuno incrociare le dita e sperare, perché i medici specialisti si contano sulle dita di una sola mano e sono per lo più addetti ad altro, quindi – ovviamente – dedicano alla diagnostica poche ore a settimana, se non al mese.
In tutto questo bailamme di nodi giuridici, legali e normativi, budget, intese e contratti, chi ci rimette è sempre e solo l’utente molisano.
Sembra chiaro che la soluzione è una sola – ne sembra convinto anche il presidente-commissario Toma – ed è quella dello stanziamento di più risorse nella ripartizione del fondo sanitario destinato al Molise. Che poi tutto sommato è quanto affermato dal ministro Schillaci in occasione dell’inaugurazione dell’Anno accademico dell’Unimol e quanto sostenuto in campagna elettorale da Cesa e Lotito: il famoso “decreto Molise”, che dovrebbe consentire una dotazione maggiore e la modifica delle regole di ingaggio.
Lotito pare avere anche una bozza del famigerato “decreto”, ma nessuno l’ha vista. Nemmeno Toma.
Intanto i giorni trascorrono inesorabili ma del Molise, come d’altronde accade da svariati anni, sembra non interessare a nessuno.
Le buone intenzioni del senatore presidente della Lazio non sono in dubbio, come non lo sono quelle di Cesa, dei parlamentari molisani Lancellotta e Della Porta e dello stesso governatore-commissario Toma, che pure da mesi reclama un tavolo con Giorgia Meloni.
Ma il governo, appunto, sembra non voler recepire.
Basti pensare che entrambe le sedi prefettizie sono vacanti. Certo, sia Campobasso sia Isernia possono contare su due eccellenti vicari, ma di fatto i prefetti titolari sono stati assegnati ad altri e più prestigiosi incarichi e Palazzo Chigi non ha provveduto alla nomina dei sostituti.
Che all’autonomia del Molise resti ancora poco da vivere è sempre più evidente, tuttavia la Costituzione è ancora in vigore. E nell’articolo 32 non è contemplato che una tac o una risonanza richiesta da un medico a dicembre del 2022 sia eseguita nel 2024.
Questo non è diritto alla salute: è un chiaro invito a nozze. E l’invitato è la morte.
lu.co.