Per alcuni, non per tutti: modificando l’adagio di un vecchio spot televisivo si potrebbero definire così le proroghe per il personale precario Covid dell’Asrem.
Nel pomeriggio di oggi è in calendario un incontro fra il direttore dell’azienda Oreste Florenzano e i sindacati firmatari del contratto collettivo nazionale di lavoro. Quindi: Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Fials (Confsal), Confsal, Nursind e Nursing up. Queste sigle hanno già dichiarato, la scorsa settimana, la netta contrarietà all’accordo raggiunto in Prefettura il 15 dicembre scorso. Al tavolo c’era solo l’Ugl, che aveva dichiarato lo stato di agitazione e ottenuto così il tentativo di conciliazione. Ma l’Ugl, replica l’altro fronte annunciando azioni legali, non ha firmato il Ccln della sanità pubblica. Ha valore quindi quell’intesa? Nel merito poi la contestazione è questa: «Noi abbiamo chiesto all’Asrem tutela e soluzioni per tutti, mentre questo accordo prevede misure solo per gli infermieri e solo per una parte di essi».
I termini concreti li ha illustrati lo stesso dg nella nota che ha inviato alle sigle sindacali in questione, con cui aveva avuto una prima riunione sul tema il giorno prima del tavolo al Palazzo del Governo (14 dicembre) e che ha riconvocato per oggi. Sei mesi di proroga per 85 infermieri (dopo una sospensione di 20 giorni) individuati in base alla graduatoria della procedura selettiva con cui sono stati attivati. A questo numero si è arrivati, spiega il manager nella comunicazione, considerando che entro il 2023 il piano del fabbisogno prevede l’assunzione di 200 infermieri e che 115 sono stati contrattualizzati attraverso il concorso (101) e le stabilizzazioni Madia (14). Nulla da fare invece per gli operatori socio-sanitari: i primi 150 della graduatoria della selezione a tempo indeterminato sono stati già assunti. Quindi, chi non ha vinto il concorso e in questi mesi ha continuato a lavorare nelle corsie non beneficerà di alcuna proroga. Non va poi dimenticato che ci sono altre figure professionali reclutate a tempo determinato per l’emergenza pandemica, per esempio i tecnici di laboratorio, sul cui futuro non si sa nulla perché al momento non è stata avviata alcuna procedura che li riguarda.
Resta ancora, intanto, lo spiraglio della modifica alla legge di Bilancio proposta dalla deputata di FdI Elisabetta Lancellotta che punta a spostare al 31 dicembre il termine per maturare i 18 mesi di lavoro alle dipendenze di enti del servizio sanitario nazionale necessari a ottenere la stabilizzazione.