Nulla da fare per oltre 200 precari Covid dell’Asrem: dal 1 gennaio saranno senza lavoro e pochi di loro potranno contare su una proroga. Nel tavolo convocato dalla Prefettura di Campobasso con i sindacati firmatari del contratto nazionale, Asrem e struttura commissariale hanno confermato quanto pattuito con l’Ugl (che però non ha sottoscritto il Ccln) in una precedente riunione. Saranno prorogati 85 infermieri dei 153 in servizio a tempo determinato. Probabilmente anche altre figure professionali (tecnici di laboratorio e radiologia) ma sul punto non ci sono garanzie formalizzate in un verbale.
Nessuna speranza per gli Oss. In tanti ieri mattina hanno atteso a lungo in piazza Pepe senza nascondere l’amarezza per una decisione che li taglia fuori dopo 18 mesi di lavoro per l’azienda sanitaria. Pure gli 85 infermieri che saranno richiamati fino a giugno, inoltre, dovranno fermarsi per 20 giorni (e così i tecnici). Più di 200 operatori mancheranno alle corsie degli ospedali. «Già con loro i turni si coprono ricorrendo alle 12 ore o agli straordinari. Senza di loro non si riuscirà più a garantirli», dice Costanzo Sampogna della Cisl. Tutte le organizzazioni sindacali – Cisl Fp, Fp Cgil, Uil Fpl, Fials, Nursind e Nursing up – hanno respinto la proposta e chiesto tre mesi di proroga per tutti i precari. Altro no. «Non abbiamo compreso il motivo di questa rigidità, economicamente sarebbe sostenibile come sei mesi solo per alcuni degli interessati», ha commentato Sonia Lepore di Nursind. Stato di agitazione confermato e presto sarà proclamato lo sciopero.
Dopo questo incontro, il vicario reggente Elvira Nuzzolo ha ricevuto una delegazione delle associazioni che gestiscono il 118. Al summit, come a quello precedente, il commissario Donato Toma, il sub Giacomo Papa, il dg Asrem Oreste Florenzano e i comandanti provinciali di Carabinieri e Guardia di Finanza. Ieri mattina, i volontari del trasporto sanitario d’emergenza hanno percorso in corteo le strade che da piazza San Francesco portano in Prefettura. Con le ambulanze e in silenzio per ribadire la loro richiesta di condizioni migliori per svolgere un servizio essenziale. Al tavolo le onlus hanno illustrato le ragioni per cui l’avviso dell’Asrem non è, a loro parere, “ricevibile” dal punto di vista economico e del rispetto delle norme sul Terzo settore. Ma la posizione dei vertici della sanità è stata compatta: il bando non può essere revocato se non per gravi motivi – che Toma, Papa a Florenzano non ravvedono – e quindi bisogna aspettare che scada. Se andrà deserto sarà invece possibile rivedere anche le condizioni economiche.
Fermarsi o no il 31 dicembre come annunciato? Questo il nodo che le associazioni scioglieranno stamattina. Consapevoli che rischiano una denuncia per interruzione di pubblico servizio (è stato evidenziato in Prefettura ieri) e che l’Asrem sta preparando un avviso per manifestazione di interesse. La base giuridica per affidare in via diretta e temporanea le postazioni che dal 1 gennaio dovessero restare scoperte.
Iorio attacca Toma
L’ex presidente Michele Iorio torna ad attaccare il governatore giudicando «assolutamente condannabile» il suo comportamento rispetto alla vertenza 118. «In sanità – prosegue – è necessario smetterla con i giochetti che stanno creando enormi disagi sia tra gli operatori che tra i cittadini utenti. In mancanza di una seria programmazione, imperversa l’azione discriminatoria del presidente con il risultato che ha trasformato questa regione in un territorio dove alberga il dispetto e la provocazione mentre ci si deve affidare al giudizio dei tribunali amministrativi per difendere le proprie ragioni». Condivisibile, conclude, l’azione dei sindaci ma «guardano al dito invece che alla luna continuando a chiedere le dimissioni del dg Florenzano e non del commissario Toma».
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