Come previsto e paventato da più parti, il capodanno degli ospedali molisani – soprattutto del Cardarelli di Campobasso, centro di riferimento per il Covid – è all’insegna del caos. Letti ridotti nei reparti di degenza perché a disposizione c’è meno personale, pazienti assistiti in Pronto soccorso per giorni (in tal senso sono numerose le segnalazioni dei parenti dei ricoverati in redazione) in attesa di un posto o di essere trasferiti in strutture a più bassa complessità. Infermieri e Oss costretti a turni ancora più massacranti, revocati permessi e ferie almeno fino alla terza settimana del mese.
Primari e caposala cercano di fare miracoli riorganizzando l’offerta assistenziale con le poche risorse umane a disposizione e finora ci sono riusciti. Ma la situazione di affanno dell’ospedale regionale è arrivata al limite. «È inconcepibile che i malati debbano stare nei corridoi del Pronto soccorso perché non ci sono posti letto a disposizione al Cardarelli», tuona il segretario regionale della Fials Vasile che insieme alle altre sigle firmatarie del contratto nazionale della sanità ha indetto per il 12 gennaio uno sciopero di 24 ore. Nei primi giorni dell’anno il reparto d’emergenza ha avuto fino a 40 assistiti. Ieri si è un po’ sfollato. «Questo accade perché sono venuti a mancare dal 1° gennaio 153 infermieri e numerosi Oss, oltre a 40 tecnici di laboratorio e di radiologia. Una gestione assurda Era evidente, e per questo noi lo avevamo chiesto, che i precari andassero prorogati tutti  e senza soluzione di continuità – ancora Vasile – Allo stesso modo sarebbe stato, e sarebbe ancora, utile prevedere reparti a bassa complessità assistenziale da affidare agli infermieri presenti per alleggerire le altre unità del Cardarelli».
Il 31 dicembre sono scaduti i contratti dei precari reclutati per il Covid. Dal giorno dopo, oltre 200 operatori in meno per ospedali e ambulatori dell’Asrem che, insieme alla struttura commissariale della sanità, ha deciso di prorogare solo 85 infermieri e 40 tecnici (ma dopo che saranno stati in pausa per 20 giorni).
Problemi si sono registrati subito soprattutto negli ospedali, è da lì che i vertici hanno attinto per spostare per esempio negli ambulatori vaccinali o nelle carceri infermieri per sostituire i precari. «La sanità penitenziaria è un segmento delicato, non si dovrebbe avvicendare il personale che ha acquisito esperienza», prosegue il segretario Fials. Con il riacutizzarsi della pandemia, che pure secondo Vasile è stato sottovalutato, è stato riattivato il quinto piano. Ma i letti che si sono riusciti ad allestire non sono tanti, sempre per carenza di personale. Quindi, nell’area grigia del Pronto soccorso sono ricoverati almeno quattro o cinque pazienti Covid che non trovano posto altrove.

r.i.

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