La prossima settimana a Roma un nuovo vertice a tre: commissari della sanità molisana, Agenas e Gemelli Molise. È proprio Donato Toma, commissario e presidente della Regione, a renderlo noto dopo il confronto con i vertici del ministero della Salute che ha fatto il punto su quanto sta avvenendo per la radioterapia in regione.
Insieme a lui il sub Giacomo Papa, dall’altro lato del tavolo (metaforicamente) il capo della segreteria tecnica del ministro Schillaci, il suo capo di gabinetto, il dg della Programmazione sanitaria Stefano Lorusso (capo delegazione della Salute al tavolo tecnico) e il direttore dell’Agenzia per i servizi sanitari regionali Domenico Mantoan.
Due “spie” lampeggiano in rosso in questa vicenda: l’applicazione del nomenclatore nazionale (più stringente per il Molise perché è commissariato) e il nuovo modello prescrittivo della prestazione affidato da Toma e Papa (in termini di validazione del piano di trattamento redatto dal Gemelli) all’oncologia del Cardarelli. Rispetto alle tariffe, la remunerazione della schermatura e del sistema di immobilizzazione per trattamento è un problema di bilancio serio per la clinica. La prescrizione (o validazione che dir si voglia) da parte di chi non è radioterapista è stata invece contestata dalla società scientifica Airo e dal collegio dei docenti universitari delle discipline radiologiche.
Toma non entra nei dettagli del contenuto della riunione al dicastero. «Abbiamo fatto una ricognizione di quel che sta succedendo», dice. Però sul tema del nomenclatore in particolare si sofferma. «Ho raccontato le difficoltà che la sua applicazione crea alla struttura, ma io non posso modificarlo e la sua applicazione senza deroghe per me è obbligatoria perché la nostra Regione è commissariata», spiega.
In linea generale, sulla possibilità di utilizzare «modelli che a noi possono essere sfuggiti, sul nomenclatore, sulla possibilità di rivedere il budget assegnato per la radioterapia in caso di emergenze e quindi di necessità di trattamenti salvavita, io voglio il supporto di tutti, anche del tavolo di monitoraggio che ad oggi non ha osservato nulla sui provvedimenti che abbiamo preso», rivendica Toma.
«Io faccio quel che devo fare – aggiunge – Convocherò una nuova riunione per capire se ci sono situazioni organizzative o migliorative che si possono valutare. Ma – ripete – la mia preghiera è stata quella di coinvolgere il tavolo tecnico. Altrimenti non avremo concluso nulla».
r.i.