Qualcosa si muove. Vuoi per le diffide quotidianamente inoltrate dal sindaco Alfredo Ricci, vuoi per il pressing della parlamentare Elisabetta Lancellotta, vuoi per il sollecito del presidente-commissario, la postazione di Venafro del 118 potrebbe riacquisire a breve il medico h24.
Passi significativi, da quanto si apprende, sono stati mossi in questi giorni di festività pasquali.
Toma, che aveva avanzato richiesta per farsi autorizzare la spesa di 300mila euro per pagare le prestazioni aggiuntive ai pochi medici dell’emergenza-urgenza in servizio, ha ricevuto il nullaosta dal ministero della Salute. Come tuttavia è noto, la Regione Molise è in piano di rientro da circa 15 anni. Quindi le decisioni in tema sanitario passano anche per il vaglio del ministero dell’Economia, dove la pratica è arrivata in queste ore.
Dal canto suo il presidente-commissario assicura il massimo impegno. «Aspetto qualche altro giorno – afferma telefonicamente contattato da Primo Piano – e se la risposta non arriva, provvederò a sollecitare. Ma dalle informazioni acquisite, credo che sia davvero questione di poco».
Il fatto che il Ministero guidato da Schillaci abbia detto «sì» non equivale alla matematica certezza che il Mef faccia altrettanto. Sul punto, oltre Toma – riferiscono da Venafro – sta lavorando incessantemente la deputata Lancellotta. Il dramma, perché di dramma si tratta, è che i Ministeri, in particolare quello dell’Economia, ragionano con la calcolatrice e non con i sentimenti. Numeri, cifre, debiti, crediti. Nulla, insomma, che possa ricondurre a quel senso di umanità che dovrebbe guidare certe scelte.
Seppur chiamati in causa a titolo meramente esemplificativo (è stato scritto nei giorni scorsi da Primo Piano «accade però che Roma, da cui sostanzialmente dipende la sanità molisana, mentre dà l’ok – è un esempio – per pagare decine di milioni di euro ai privati accreditati anche se non firmano i contratti, non vuole autorizzare il commissario della sanità ad una spesa di 300mila euro»), Neuromed e Gemelli sentono legittimante il dovere di precisare che seppur ancora non sottoscrivono i contratti così come richiesto dalla struttura commissariale, «stanno operando in regime di proroga dei vecchi contratti; hanno sempre operato e continuano ad operare correttamente, tant’è che le Regioni di appartenenza dei pazienti curati hanno versato nelle casse della Regione Molise le relative quote di “mobilità attiva”; quote che, una volta incassate, vanno doverosamente devolute agli istituti che hanno erogato le prestazioni; peraltro la Regione Molise incassa circa il 15% in più rispetto a quanto poi effettivamente versa agli erogatori privati accreditati; nulla può essere addebitato a Neuromed e Gemelli rispetto alle vicende del 118, che, anzi, ribadiscono priorità e importanza del servizio di emergenza-urgenza; concludendo, accostare il problema 118 a Neuromed e Gemelli è oltremodo ingeneroso».
Insomma, sembra di capire che tutti siano d’accordo affinché il 118 funzioni bene, sia potenziato piuttosto che demedicalizzato, e che la postazione di Venafro, luogo un tempo sede di un glorioso ospedale, operi esprimendo efficienza e qualità.
Anche questa storia, il cui buon fine deve essere ancora scritto, insegna intanto che l’unione fa la forza. E, ancora, che far sentire la propria voce in certi casi, oltre ad essere legittimo, produce il più delle volte gli effetti desiderati.
ppm