Il Consiglio di Stato ha dato ragione a Neuromed e Gemelli: i decreti del commissario della sanità che fissavano budget e limiti invalicabili di spesa per il 2020 sono stati quindi annullati.
Le due grandi cliniche in primo grado avevano perso la battaglia. La sentenza depositata ieri e argomentata dal magistrato Stefania Santoleri ha invece accolto tutti i motivi di appello proposti nei ricorsi curati dagli avvocati Salvatore Di Pardo, Giulio Napolitano e Raffaele Fragale per il Neuromed e dal solo Di Pardo per il Gemelli, riformando il verdetto del Tar Molise.
Il collegio presieduto da Mario Luigi Torsello ha analizzato in particolare la modifica intervenuta nella gestione dei rapporti coi privati convenzionati. L’accordo relativo al triennio 2016-2018 prevedeva un regime speciale, in base al quale le prestazioni erogate in favore dei pazienti extraregionali venivano remunerate in seguito alla compensazione e, quindi, oltre il budget di spesa. Tutto questo è cambiato già a partire dal 2019, annualità per la quale è stato introdotto un limite invalicabile sia per l’assistenza ai molisani sia per gli utenti extraregionali e per tutte le tipologie di assistenza.
Secondo il Consiglio di Stato – che aveva già annullato i provvedimenti relativi al 2019 ma sostanzialmente perché approvati a febbraio 2020 – la struttura commissariale non ha adeguatamente considerato il ruolo delle due strutture. Il Neuromed è l’unico ospedale che offre prestazioni neurologiche a un bacino peraltro interregionale, per il Gemelli vale lo stesso discorso rispetto a radioterapia, oncologia e cardiochirurgia. «Privare tale struttura della possibilità di erogare, senza limiti di budget precostituiti, prestazioni di alta specializzazione nell’ambito della mobilità interregionale, prestazioni salvavita ad alta complessità (quali sono, ad esempio, quelle di cardiochirurgia), precludere l’accesso a prestazioni salvavita di radioterapia nei confronti dei pazienti oncologici, nella consapevolezza che non esistono nella Regione Molise altre strutture sanitarie in grado di fornirle, si appalesa del tutto illogico ed irragionevole, specie se si considera che tali prestazioni, se rese nei confronti dei pazienti di altre Regioni, non comportano oneri a carico della Regione Molise», si legge fra le altre cose nel verdetto sul ricorso del centro presieduto da Stefano Petracca. Identica valutazione si trova nella sentenza relativa all’Irccs di Pozzilli.
Soddisfazione viene espressa dall’avvocato Di Pardo, secondo cui il Consiglio di Stato «ha messo la parola fine a questione annosa riconoscendo l’importanza della mobilità attiva prodotta dai due ospedali, l’assenza di pregiudizi per le finanze regionali e il diritto dei pazienti molisani e non molisani di essere curati da strutture di eccellenza e senza limiti di budget per le prestazioni salvavita».
Concretamente, dopo l’ok già arrivato dai ministeri della Salute e dell’Economia non ci sono più ostacoli formali o interpretativi al pagamento dell’extrabudget relativo al 2020 e alla remunerazione delle prestazioni salvavita.
r.i.

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