Riforma del sistema sanitario nazionale, utilizzo efficace ed efficiente dei fondi del Pnrr valorizzando la medicina territoriale e la digitalizzazione – che anche in Molise possono costituire la chiave di volta – e investimenti sul personale con risorse economiche che ne riconoscano meglio gli sforzi e con un riassetto complessivo che garantisca una migliore crescita professionale.
È la ricetta del ministro della Salute Orazio Schillaci anche per la sanità regionale, impantanata nel guado di un commissariamento lungo 14 anni e assolutamente improduttivo: il debito non è stato risanato, i molisani pagano ancora le tasse più alte d’Italia e non si contano più i reparti e i servizi di assistenza tagliati o chiusi per mancanza di personale.
Schillaci ha esaminato la situazione in un incontro privato al Cardarelli. C’erano i vertici dell’Asrem (Gollo e Lastoria) e l’alta dirigenza dell’azienda (capi di dipartimenti e distretti, oltre ai primari). C’era il sub commissario Marco Bonamico, a cui il capo di gabinetto di Schillaci ha confermato la visita giovedì sera. Al presidente della Regione Toma, commissario della sanità, nessun invito (che neanche a Bonamico era formalmente arrivato) e nessuna telefonata di cortesia da Roma evidentemente. Perché alla riunione che si è svolta nel centro vaccinale dell’ospedale di Campobasso il governatore non c’era.
Schillaci, accompagnato dai parlamentari di FdI Elisabetta Lancellotta e Costanzo Della Porta ha visitato pure i reparti di frontiera, il blocco operatorio e il pronto soccorso.
Nell’incontro pubblico che si è tenuto in tarda mattinata al Centrum Palace il suo intervento è stato preceduto da quelli della deputata e del senatore che hanno insistito sulla necessità di una deroga al decreto Balduzzi per garantire al Molise un dipartimento di emergenza e assistenza di secondo livello nel sistema pubblico. Il titolare della Salute, medico nucleare, non ha mai parlato chiaramente di deroga, evidenziando – quando è stato incalzato dai cronisti – che c’è bisogno di trovare la formula migliore per garantire l’assistenza ai molisani che vivono in una regione che ha oggettive peculiarità territoriali.
«Ho trovato una sanità con luci e ombre, le luci sono sicuramente gli operatori, le ombre sono riconducibili a un sistema ingolfato che ha dimostrato una fragilità, soprattutto con il Covid, nella medicina territoriale.
Abbiamo in mente una revisione completa del sistema, un ammodernamento per offrire una sanità che definisco del terzo millennio, più vicina a quelle che sono le necessità dei pazienti», ha sintetizzato.
Non ha risparmiato critiche alle Regioni che dal 1988, ha detto, non hanno chiesto 11 miliardi dei fondi stanziati per l’edilizia sanitaria, così come hanno fatto poi per le risorse messe a disposizione per abbattere le liste d’attesa.
Una bacchettata l’ha riservata anche ai governi nazionali che hanno preceduto quello in cui Meloni lo ha voluto alla Salute: «Gli investimenti previsti nel Pnrr sono un capitolo importante, sulla Missione Salute siamo perfettamente in linea con quelli che sono i target da rispettare. Il Pnrr nasce come risposta alla pandemia, in effetti poi sul capitolo sanità sono stati messi poco più di 15 miliardi e se pensate che quasi 70 sono stati messi sul capitolo della Transizione ecologica forse dare qualche soldo in più alla sanità non sarebbe stato male».
Ha poi elencato i provvedimenti varati fin qui: gli incentivi al personale che lavora nei reparti d’emergenza, lo spalma debiti per il Molise. ha ribadito l’intenzione di superare il commissariamento e la «totale e completa disponibilità per risolvere i problemi della sanità molisana».
Al tavolo, oltre al candidato presidente del centrodestra Francesco Roberti, anche il coordinatore di Fratelli d’Italia Filoteo Di Sandro. In prima fila, insieme al commissario della Lega Michele Marone, l’assessore uscente (e ricandidato) di FdI Quintino Pallante.
«Il ministro – ha concluso l’incontro Roberti – ha preso l’impegno di stare vicino al Molise e lo ha già dimostrato ricevendo tutti i sindaci qualche mese fa. il governo saprà aiutarci a costruire una sanità libera, pubblica e accessibile. Abbiamo le potenzialità per puntare sull’intelligenza artificiale, la telemedicina, le nuove tecnologie. Per risolvere l’emergenza personale dobbiamo collaborare fortemente con l’Unimol. Dimostriamo che il Molise può farcela»
r.i.