Quattordici anni dopo il commissariamento, la parola d’ordine per la sanità molisana è ancora “razionalizzazione”.
Spiega a Primo Piano Molise il neo commissario Marco Bonamico: «Un esempio per tutti, la riabilitazione. Non ha senso che sia sparsa su tutto il territorio, ritengo sia meglio che ci sia una sola struttura, attrezzata e funzionale, a cui far riferimento». Razionalizzazione, quindi, di servizi e personale. «Naturalmente non mi riferisco ai servizi di emergenza urgenza. Ma ce ne sono tanti altri parcellizzati, quattro posti letto qui, cinque posti lì. Credo sia uno spreco enorme».
A margine della visita al Veneziale di Isernia, accompagnato dal sub Ulisse Di Giacomo (che dell’ospedale di Isernia è stato primario di cardiologia), Bonamico dunque chiarisce meglio il senso delle sue prime dichiarazioni rilasciate appena dopo la “promozione” da parte del Consiglio dei ministri.
Gli sforzi, aggiunge riferendo che per quanto con Di Giacomo ci sia stato solo il tempo di conoscersi e di scambiarsi qualche opinione al volo «siamo abbastanza in sintonia», vanno concentrati prevalentemente sulla sanità pubblica. Che costa cinque volte il costo dei privati sul bilancio: di 600 milioni circa che ogni anno arrivano da Roma, 500 vanno all’Asrem. Con risultati finanziari, peraltro, che peggiorano di anno in anno in termini di deficit. «I privati svolgono la loro funzione anche abbastanza bene, se sono si considera che portano in Regione una grossa fetta di mobilità attiva e compensano quella passiva che vale 80 milioni all’anno».
Ridurre anche solo del 20% la spesa del Molise per i propri residenti che si curano fuori regione «avremmo già un grande beneficio». Serve però reperire personale per le corsie. «Ne manca tanto, soprattutto medico e infermieristico – prosegue il suo ragionamento l’avvocato Bonamico – Ci sono molte procedure in corso e credo che un po’ di unità in più le recluteremo. La sanità però diventa attrattiva se diamo stabilità e anche serenità ai reparti, meno litigiosità e strutture funzionali». Una condizione, in sintesi, che permetta di lavorare in tranquillità.
Non è un percorso facile, tira le somme Bonamico. «Ma sono convinto che non sia impossibile rientrare. Certo, non possiamo fare miracoli dall’oggi al domani. Però con un po’ di tempo e lavorando, insieme, il Molise potrebbe sperimentare in sanità cose importanti».
Saranno settimane di lavoro, queste, per Bonamico e la struttura commissariale. «Un lavoro di squadra e voglio ringraziare ancora una volta la direzione Salute che mi ha sempre assicurato un supporto molto significativo. Spero che da Roma ci diano una mano, distaccando qui personale». L’Agenas si era impegnata in tal senso e domani il commissario solleciterà l’intervento in una riunione al ministero della Salute.
Manca un tassello alla nuova governance della sanità, il vertice dell’Asrem che è poi il braccio operativo delle decisioni. «Non entro in questioni che non sono di mia competenza. La decisione è in questo caso una prerogativa del presidente della Regione. Tra gli idonei all’incarico di dg ci sono persone di spessore. Ma io potrei solo dare al presidente un consiglio – conclude Bonamico – se me lo chiedesse».
r.i.