La prima tappa di Giovanni Di Santo nel giorno dell’insediamento è stata all’ospedale Cardarelli di Campobasso. È arrivato in contrada Tappino poco prima delle 9, a sorpresa. Ha parlato con il personale della direzione sanitaria e con i responsabili delle unità operative complesse, un primo scambio che è stato – nelle sue intenzioni – un messaggio di vicinanza ai colleghi. Medico e primario, il nuovo dg Asrem vuole mantenere intatto questo suo profilo.
Alle 11 era in via Petrella per la presa di possesso ufficiale. Pit stop obbligato, il punto stampa con i giornalisti che lo aspettavano davanti alla sede dell’azienda. Ha ribadito la volontà di lavorare in squadra, non solo con tutto il personale dell’Asrem, ma anche con le istituzioni e gli stakeholder del territorio. al centro della sua azione, ha sottolineato, ci sarà il paziente. Quindi la riorganizzazione «delle reti, penso all’emergenza, e dei percorsi in generale». Non ha dimenticato, nelle priorità di mandato, l’abbattimento delle liste di attesa. Le difficoltà finanziarie sono innegabili, Di Santo punta a ottimizzare quel che c’è. «Ci saranno criticità, le supereremo. E poi – ha scherzato per alleggerire un po’ la tensione fisiologica nell’assumere un ruolo così delicato – mi chiamo Di Santo…».
Tra i messaggi di benvenuto, quello del consigliere regionale di Costruire democrazia Massimo Romano. «Nel rispetto dei ruoli, rappresento la mia piena disponibilità a collaborare istituzionalmente alla migliore gestione delle attività aziendali, raccogliendo positivamente le sue dichiarazioni di apertura al dialogo con le istituzioni e i cittadini». Romano ha quindi offerto il suo contributo: «Continuo a credere che l’intervento assolutamente prioritario resti la riorganizzazione del comparto dell’emergenza-urgenza, in particolare della rete delle malattie tempodipendenti, che in Molise presenta lacune inconcepibili tali da non garantire minimamente la certezza del trattamento e della cura nei tempi clinici previsti per salvare la vita degli utenti».
Il sistema, ha riassunto dal suo punto di vista Romano, «ne ha delegato irragionevolmente la cura a strutture private sprovviste di Pronto soccorso, le quali, perciò, effettuano solo ricoveri programmati (in regime di elezione). Con specifico riferimento all’ictus emorragico, poi, sono stati cancellati tutti i posti letto di neurochirurgia dagli ospedali pubblici e preservati a decine al privato Neuromed, ma il protocollo d’intesa a suo tempo sottoscritto tra la Asrem e la struttura di Pozzilli risulta scaduto e non rinnovato da almeno tre anni. Inoltre, non ci sono strutture in grado di trattare i pazienti politrauma, ma ciononostante nessuno si è preoccupato di stipulare accordi di confine con ospedali di fuori regione, né di rendere operativo il servizio di elisoccorso dagli ospedali dotati di Pronto soccorso».
Un quadro, ha concluso, che «va ripensato e immediatamente corretto, senza attendere la ‘nuova’ programmazione 2022/2024 (della quale, peraltro, continua a non esserci traccia), prima che accada l’irreparabile».

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.