Ha aspettato sette mesi per sottoporsi a una risonanza magnetica “urgente” all’ospedale Cardarelli di Campobasso, ma 24 ore prima dell’appuntamento, fissato giovedì 5 ottobre, l’hanno chiamato dal reparto di radiodiagnostica per informarlo che l’esame è rinviato.
Un’odissea, l’ultima arrivata alla stampa, in ordine di tempo dai racconti di pazienti esasperati. In questo caso, il medico di base dell’uomo interessato a marzo ha prescritto la risonanza, indicando nell’impegnativa «nel più breve tempo possibile, se differibile entro 72 ore», specificando inoltre nel quesito diagnostico «pregresso k prostata». Ma nonostante tutto, la data fornita è stata il 5 ottobre. Poi la comunicazione che c’è ancora da attendere.
Dopo aver ricevuto la telefonata, per avere informazioni più precise, il paziente si è recato presso il reparto ospedaliero di competenza dove – ha riferito l’interessato all’Ansa – gli è stato detto che la causa del rinvio dell’appuntamento sarebbe riconducibile alla carenza di personale medico e, quindi, di rivolgersi al Cup per fissarne un altro appuntamento.
Dal 1 agosto, la radiodiagnostica dell’ospedale regionale ha bloccato gli esami in elezione, garantisce solo le urgenze. La motivazione è la carenza di medici. Da un paio di mesi, quindi, decine di utenti del servizio sanitario regionale vivono la stessa odissea. Aspettano, si preparano finalmente ad andare a Tappino e un giorno o due giorni prima invece arriva la doccia fredda.
Siccome sul reparto di Campobasso afferiscono anche gli utenti che non trovano risposte in tempi consoni negli altri due ospedali, è intuibile che la radiodiagnostica pubblica è di fatto ko. E le liste di attesa invece di ridursi si allungano, con rischi e pregiudizi tutti a carico dei malati.
Il presidente della Regione Francesco Roberti conferma a Primo Piano l’intenzione di accelerare la ridefinizione della gestione delle liste d’attesa e il coinvolgimento dei privati. «Dobbiamo sbrigarci, riorganizzare le agende – ribadisce – e coinvolgere le cliniche e i laboratori convenzionati nell’abbattimento delle liste di attesa. Per questa operazione sono previsti fondi ad hoc che possiamo utilizzare. E poi bisogna dare attenzione a territori che sono sprovvisti di strutture diagnostiche contrattualizzate col servizio sanitario regionale, pensare a forme di collaborazione con i privati per evitare che i molisani trovino più conveniente, più veloce, andare fuori regione».
Su questi argomenti si è tenuto un summit operativo fra Roberti e i commissari della sanità. Per ridurre le attese rispetto a prestazioni di endocrinologia, aggiunge il governatore, c’è il protocollo d’intesa. Ora bisogna pensare alla diagnostica che è il nervo più scoperto della sanità pubblica. Che sarà affrontato, aggiunge, insieme al dg Asrem Di Santo, anche andando a verificare le condizioni di difficoltà oggettiva dei reparti e la concreta possibilità di erogazione dei servizi.
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