La nuova squadra è completa, anche la direzione strategica Asrem è pienamente operativa. E appena dopo le regionali c’era già stata la ricostituzione della struttura commissariale. Ora non ci sono più alibi, non c’è soprattutto più tempo da perdere. Bisogna intervenire massicciamente, o forse solo in maniera capillare e costante, perché fra liste d’attesa infinite, disservizi ed episodi più o meno gravi percepiti dai cittadini come casi di malasanità la misura è colma. Ne è consapevole il presidente della Regione Francesco Roberti che conferma l’intenzione di metterci impegno e faccia.
«Con la squadra che abbiamo messo in campo avvieremo un tavolo permanente», risponde a Primo Piano che lo incalza, dopo gli ultimi casi di pazienti a cui è stata rinviata una risonanza prenotata a Campobasso sette mesi fa. Una donna di 79 anni è stata rimandata a casa perché l’esame non poteva essere eseguito con il consiglio di ricorrere al privato. Davanti alle telecamere della Tgr Rai Molise l’anziana ha trattenuto a stento le lacrime. Al netto del rodaggio per il neo dg Di Santo e per i vertici sanitario e amministrativo, Carabellese e Matarante, il problema dei tempi di attesa infiniti è una caratteristica annosa per l’Asrem che però nell’ultimo periodo si è acuita. O meglio si è arricchita di situazioni che per gli utenti sono inspiegabili: perché ad esempio non siano presi in considerazione dal nuovo Cup i codici di priorità. Lo ha rilevato anche il Nas nella verifica portata a termine, nell’ambito di un’operazione nazionale, qualche mese fa.
È uno dei tanti ingranaggi che non funzionano a dovere. «Molte volte all’interno delle strutture non c’è dialogo», evidenzia il governatore Roberti che ribadisce quindi l’obiettivo di «creare una task force che consentirà una ristrutturazione dell’azienda sanitaria. Circoleranno le informazioni interne e quanto più saranno chiare le informazioni e le difficoltà tanto più si potrà intervenire in tempi rapidi. Mi risulta – porta ad esempio – che pochi giorni fa ci sono stati problemi al macchinario per la risonanza a Isernia. Ecco, le criticità ci possono essere quotidianamente, pensiamo alla rottura di una Tac o di una risonanza, ma questo non vuol dire che bisogna aspettare dieci, 15 giorni che sia riparata. I privati accreditati possono venirci in aiuto».
È questa la soluzione operativa a cui ha lavorato insieme al commissario Bonamico e al sub Di Giacomo (e che però deve ancora essere formalizzata in un decreto). Chiaro il suo obiettivo: «Dobbiamo andare nella direzione di abbattere, con l’aiuto dei privati convenzionati, in un arco temporale di tre-quattro mesi l’arretrato di visite ed esami». E poi ripartire, come ha più volte dichiarato con un sistema trasparente, in cui i medici di base indichino le classi di priorità e il centro di prenotazioni le rispetti (fissando una prestazione urgente entro 72 ore e non dopo sette mesi come avviene tuttora).
«Il problema delle liste d’attesa non è solo molisano ma è nazionale. Abbiamo avuto un confronto sul tema anche a Torino con gli altri presidenti di Regione, anche al Nord hanno più difficoltà rispetto al passato. Tanto è vero che noi presidenti chiesto al governo centrale un finanziamento aggiuntivo di 10-11 miliardi per il fondo sanitario nazionale proprio a causa della fragilità del sistema dopo gli eventi del Covid. In Molise – spiega ancora Roberti –, a differenza di altre regioni, abbiamo però la possibilità di utilizzare i privati che vengono in soccorso al pubblico. Per il cittadino ciò che conta non è se la risonanza la fa in un ospedale pubblico o privato convenzionato, ma che possa effettuarla subito. Anche perché è prevista dalla legge nazionale la possibilità di mettere a disposizione dei privati 1,5 milioni – conclude – per esami e visite su cui il servizio pubblico è in ritardo».
ritai 

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.