Neuromed ed ex Gemelli (oggi Responsible Research Hospital) sono poli di eccellenza con utenza interregionale, fisiologicamente – non episodicamente – rivolti a un bacino di utenza che va oltre il Molise. Con tutto quello che ne consegue in termini di garanzia di assistenza (per la neurochirurgia e la cardiochirurgia ad esempio non ci sono ospedali pubblici a cui rivolgersi in un raggio d’azione ragionevole) e per la mobilità attiva che riescono a produrre (recuperando quella, altissima, passiva). Ruolo che impone alla Regione, con cui proprio per questo sono contrattualizzate direttamente, di coinvolgerli preventivamente quando prende decisioni che avranno effetti sui due centri.
Lo ha ribadito il Tar Molise annullando il decreto 108 che fissava i tetti di spesa per il 2021 firmato dall’allora commissario Donato Toma il 9 novembre 2021 e che poneva limiti alle prestazioni per gli extraregionali e a quelle salvavita.
Sono ormai numerose le pronunce dalla giustizia amministrativa che confermano lo stesso orientamento: fra le altre la sentenza del Consiglio di Stato che, ribaltando quanto stabilito in primo grado, cassò il decreto relativo al 2020 (una sentenza “manifesto” a cui poi il Tribunale di via San Giovanni si è uniformato anche con questi ultimi due verdetti depositati in cancelleria il 16 e il 17 ottobre scorsi) ma anche il pronunciamento del Tar relativo all’annullamento delle nuove procedure prescrittive per la radioterapia (decise dallo stesso commissario Toma) in cui pure veniva in rilievo la caratteristica particolare del sistema sanitario molisano in cui solo l’ex Gemelli eroga la terapia che quindi non può essere prescritta dal Cardarelli.
Il limite al budget dei due grandi privati convenzionati fu introdotto nel 2019 dall’ex commissario della sanità Giustini, ma lo fece con un decreto firmato fuori tempo massimo: nel febbraio 2020 per prestazioni che erano già state erogate. E quindi fu annullato. L’anno successivo, stesso contenuto senza lo svarione formale. Il provvedimento quindi fu dichiarato legittimo dal Tar. Non dal Consiglio di Stato che qualche mese fa ha fissato un’altra cornice interpretativa sia delle norme sia dei dati di fatto. Una cornice che resiste e ha portato alla riproposizione, da parte dell’attuale struttura commissariale guidata da Marco Bonamico e Ulisse Di Giacomo (che è il sub), dei contratti per il 2021 e per il 2023. L’Irccs di Pozzilli e il Responsibile hanno impugnato anche il decreto relativo al 2022.
Aderendo a questo orientamento, il collegio di via San Giovanni presieduto da Nicola Gaviano (giudice estensore Luigi Lalla) accogliendo i ricorsi patrocinati dagli avvocati Salvatore Di Pardo e Fabio Verile (nella causa intentata dal Neuromed è intervenuta anche l’Aiop con i difensori Gennaro e Stefania Terracciano) ha messo in evidenza che l’85% delle prestazioni del Neuromed e il 40% di quelle del Responsible riguardano «trattamenti assicurati a pazienti extraregionali». La Regione, la struttura commissariale quindi, ha trascurato la capacità dei due centri di trattenere la mobilità sanitaria dell’ambito interregionale garantendo «l’agevole accesso alle cure a pazienti», per esempio, campani, pugliesi, abruzzesi o laziali che «avrebbero altrimenti dovuto recarsi ben più lontano».
Per le finanze molisane non cambia nulla, ha sottolineato il Tribunale amministrativo, perché il costo dei trattamenti resi a pazienti extraregionali viene corrisposto a condizione che le Regioni di provenienza lo riconoscano. E limitare l’attrattività di Neuromed ed ex Gemelli non significa ridurre la mobilità passiva di Campania, Puglia, Abruzzo e Lazio.
Illegittimo anche il tetto alle cure salvavita, che non sono programmabili ex ante. Chi ha bisogno di un trattamento neurochirurgico, cardochirurgico, oncoematologico, radioterapico deve essere ricoverato in un ospedale che sia attrezzato. E, sempre in un perimetro ragionevole, non vi sono ospedali pubblici che lo siano.
Tutte queste valutazioni, ha tirato le somme il collegio, avrebbero dovuto indurre a una maggiore considerazione quando sono stati fissati i limiti massimi di finanziamento per l’acquisto di prestazioni dai privati. «Viceversa, la carenza di approfondimento istruttorio – è la chiosa del verdetto – ha condotto all’adozione di provvedimenti da cui ha preso le distanze, di lì a poco, lo stesso commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro dai disavanzi del servizio sanitario regionale della Regione Molise, il quale, nella sua nota n. 35043 del 24 febbraio 2022, proprio con riguardo specifico ai due centri di eccellenza Neuromed e Gemelli Molise, ha rappresentato ai ministri della Salute e dell’Economia e Finanze che “L’attuazione del Pos 2019-2021 avrebbe dovuto determinare a favore dei centri di eccellenza (Neuromed e Gemelli) un budget per i pazienti regionali congruo rispetto alla domanda sanitaria, posto che – diversamente – questi ultimi non potrebbero usufruire delle relative prestazioni, non essendo erogate dalle strutture pubbliche”».

r.i.

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