Il Molise è tra le regioni con la percentuale più bassa di copertura (50,6%) dello screening mammografico. È quanto emerge dai dati del Sistema di sorveglianza “Passi” 2021-2022 pubblicati dall’Istituto superiore di sanità.
In Italia, nel periodo preso in esame, il 70% delle donne fra i 50 e i 69 anni si è sottoposto allo screening mammografico a scopo preventivo, all’interno di programmi organizzati o per iniziativa personale, secondo quanto raccomandato dalle linee guida nazionali e internazionali che suggeriscono alle donne di questa classe di età di sottoporsi a mammografia ogni due anni per la diagnosi precoce del tumore al seno.
La quota di donne che aderisce allo screening è maggiore fra quelle più istruite o con maggiori risorse economiche, fra le donne di cittadinanza italiana rispetto alle straniere e fra le donne coniugate o conviventi.
Anche in questo caso, viene fuori un chiaro rapporto Nord-Sud con una copertura totale dell’80% al Nord, 76% nel Centro e solo del 58% nelle Regioni meridionali. Il Friuli Venezia Giulia (88%) è la Regione con la copertura maggiore, la Calabria (43%), il Molise e la Campania (entrambe al 51%) sono le Regioni con le coperture totali più basse.
Negli anni il gap geografico si è ridotto e la quota di donne che si sottopone a mammografia a scopo preventivo è aumentata, grazie soprattutto all’aumento dell’offerta/adesione ai programmi organizzati avvenuta ovunque nel Paese.
Quando l’offerta/adesione ai programmi organizzati ha raggiunto coperture significative (come nelle Regioni del Nord e del Centro), si riduce il ricorso a mammografia su iniziativa spontanea. Al Sud, dove l’offerta di programmi organizzati, seppur in aumento nel tempo, resta ancora troppo bassa, il ricorso alla mammografia su iniziativa spontanea continua ad aumentare, senza però essere in grado di compensare la carenza di programmi, con il risultato che restano ampie le disuguaglianze nel Paese nell’accesso alla prevenzione del tumore della mammella.
In questo quadro, conclude l’Iss, si inserisce la pandemia da Covid19 che nel 2020 ha determinato una significativa riduzione della copertura totale dello screening mammografico sia per una riduzione dell’offerta dei programmi da parte delle Asl, impegnate nella gestione dell’emergenza sanitaria, sia per un calo dell’adesione da parte delle donne alle quali erano rivolti gli inviti. Nel 2022 la copertura dello screening, non ha raggiunto i valori pre pandemia, ma si registra un segnale di ripresa rispetto al 2021.