C’è anche Flori Degrassi fra gli indagati, con l’accusa di falso, per i bilanci delle Asl del Lazio. Prima di essere nominata dal governo Draghi, a fine marzo 2021, commissario della sanità del Molise (incarico da cui si dimise il 31 luglio 2021) Degrassi era direttore generale dell’Asl Roma 2.
Insieme a lei tutti nell’inchiesta sono finiti i manager che erano al vertice delle aziende sanitarie laziali tra il 2017 e il 2020, durante gli anni di governo di Nicola Zingaretti. Quindi, Angelo Tanese (ex dg di Roma 1), Giulio Santonocito (oggi all’Asl di Tivoli), Giuseppe Quintavalle (all’epoca dei fatti a capo del Policlinico Tor Vergata), Narciso Mostarda (ora al San Camillo), Vitaliano De Salazar (in passato a Roma 3), Vincenzo Panella (già al vertice dell’Umberto I), Giorgio Casati (ex dg di Latina e ora alla Roma 2).
Secondo la Procura di Roma, avrebbero falsificato i resoconti sui bilanci. In particolare, riporta la Tgr Rai del Lazio, avrebbero approvato note di credito inesatte relative a erogazioni aggiuntive ricevute dalla Regione. I debiti – questa l’ipotesi dell’accusa – venivano formulati in maniera tale da poter essere poi cancellati attraverso una semplice regolarizzazione contabile, dando un’immagine migliore della reale situazione finanziaria, traendo in inganno i contabili della stessa Regione e poi del ministero dell’Economia. Proprio grazie a queste note nel 2020 la Regione Lazio è uscita dal commissariamento iniziato nel 2008.
Gli avvisi di garanzia notificati nei giorni scorsi dal Nucleo della Polizia economica e finanziaria della Guardia di Finanza sono arrivati dopo un anno di indagini, nate dai rilievi della Corte dei Conti che ha trovato discrepanze tra le gestione sanitaria accentrata della Regione e i bilanci delle singole strutture.
«I bilanci regionali venivano confezionati secondo una direttiva precisa», si sono difesi sulla stampa nazionale gli indagati attraverso i propri legali.