L’Asrem potrà contare sui centri privati per abbattere le liste d’attesa fino al 31 marzo prossimo.
Con un decreto del commissario della sanità Marco Bonamico, firmato anche dal sub Ulisse Di Giacomo, è stato infatti prorogato di tre mesi il termine per acquistare prestazioni da cliniche e laboratori in modo da smaltire l’arretrato accumulato in questi anni. Sono numerose le strutture che hanno accettato di dare una mano al servizio sanitario pubblico, sia quelle convenzionate con l’azienda di via Petrella sia quelle a diretta gestione regionale.
Il piano per ridurre i tempi di attesa, in particolare per offrire ai molisani che da mesi avevano prenotato una visita o un esame, è partito da fine ottobre. Il decreto i cui termini sono stati prorogati con il provvedimento di questi giorni è del 18 ottobre. Oltre ai privati, l’Asrem può ricorrere al “reclutamento” di specialisti ambulatoriali e ospedalieri (con prestazioni aggiuntive), di personale medico universitario contrattualizzato con l’azienda, con l’apporto di personale infermieristico e/o tecnico, dei medici in quiescenza. In particolare con l’Unimol è stato stipulato un accordo che riguarda la branca dell’endocrinologia.
Non appena si è insediata in via Petrella, la nuova governance aziendale ha messo mano alla gestione del Cup unico (che unico non era, adesso invece man mano i privati stanno mettendo a disposizione le loro agende) e istituito una cabina di regia composta da dirigenti sanitari e informatici. È una delle prime delibere firmate dal dg Giovanni Di Santo e dai direttori sanitario e amministrativo, Bruno Carabellese e Grazia Matarante.
Oltre all’arretrato monstre, quantificato dal presidente della Regione Francesco Roberti durante una seduta del Consiglio in oltre 60mila prestazioni inevase accumulate in quattro anni, c’era da risolvere il problema dei codici di priorità. Numerosi, infatti, i casi di esami chiesti dal medico proscrittore con urgenza, quindi da eseguire entro 72 ore in base al piano nazionale di governo delle liste di attesa, fissati a distanza di sette, otto mesi. Fuori tempo in assoluto, se si pensa che le prestazioni “programmabili” devono essere erogate entro 120 giorni.
Da due mesi, la task force lavora al recupero. È stata potenziata la capacità del call center, che oltre all’ordinario deve riprogrammare gli appuntamenti (e raggiungere i pazienti interessati non è facile). È stato messo a disposizione anche personale aggiuntivo dell’azienda.
Il dg Di Santo, facendo il punto con Primo Piano il 6 dicembre scorso, ha spiegato: «Abbiamo riconfigurato le agende e dato corso effettivo ai codici di priorità, nel Cup ora ci sono anche i centri privati convenzionati. Sono otto quelli contrattualizzati per questa operazione di riduzione e abbattimento delle liste d’attesa, per varie branche: oculistica, radiodiagnostica, cardiologia, chirurgia vascolare, ortopedia. Inoltre, abbiamo omogeneizzato i tempi delle prestazioni sul territorio».
A quella data le chiamate ai molisani erano 8mila e 1.500 le date riprogrammate. Delle migliaia di prestazioni rimaste inevase, molto – che è intuibile – non sono più attuali perché i diretti interessati si sono rivolti altrove (a privati o fuori regione) per la visita o l’esame diagnostico di cui avevano bisogno.
Ma è necessario proseguire il lavoro e liberarsi della zavorra, anche perché da ieri è in vigore il nuovo nomenclatore tariffario che aggiorna (in aumento) anche il numero delle prestazioni che rientrano nei livelli essenziali di assistenza. Per questo, qualche giorno fa l’Asrem ha chiesto alla struttura commissariale «l’autorizzazione a proseguire, con le stesse modalità, le azioni necessarie all’abbattimento delle liste di attesa anche per l’anno 2024».
Bonamico e Di Giacomo hanno acconsentito, indicando di utilizzare i residui dei circa 1,8 milioni di euro stanziati per questa attività e da spendere entro il 2023 «nelle more dell’assegnazione di ulteriori risorse finanziarie relativa all’anno 2024».
Come nel primo provvedimento, anche il decreto 65 del 28 dicembre scorso demanda all’Asrem l’individuazione delle prestazioni per le quali risulti più urgente abbattere i tempi di attesa attraverso l’acquisto di prestazioni aggiuntive dai centri privati.

r.i.

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