Nuovi reparti al Cardarelli, potenziati quelli “critici” del San Timoteo. Quindi, concorsi calibrati meglio: un cardiologo sarà più invogliato a partecipare alla selezione per l’unità operativa di Termoli ora che è diventata “complessa”. Le prospettive di crescita e di carriera (non è una brutta parola) sono importanti anche per i camici bianchi. E, ancora, un restyling anche tecnologico delle strutture molisane. «In settimana (quella che inizia domani, ndr) – dice il direttore dell’Asrem Giovanni Di Santo – inaugureremo la nuova Moc al Cardarelli». Tecnicamente Mineralometria Ossea Computerizzata: un esame di cui ci si avvale per valutare lo stato di salute delle ossa. Serve a determinare se la densità minerale si è ridotta e se è già comparsa l’osteoporosi.
Il 2024, lo afferma chiaramente il manager di via Petrella, sarà un anno di sfide per l’azienda sanitaria che dirige da settembre coadiuvato dai direttori sanitario e amministrativo, Bruno Carabellese e Grazia Matarante. Dopo il sopralluogo per verificare l’andamento dei lavori di ristrutturazione del Pronto soccorso, Di Santo è tornato al Cardarelli visitando altri reparti e anche le sale operatorie. Proprio il blocco operatorio è interessato da una delle misure organizzative messe in campo da via Petrella, l’istituzione della Recovery Room (reparto con quattro posti letto dove ottimizzare il risveglio dall’anestesia dei pazienti che non hanno bisogno della Rianimazione e poi inviarli alle unità di degenza). «Ci auguriamo che sia un richiamo per altri anestesisti in modo che si possa, per esempio, offrire alle future mamme il partoanalgesia e aumentare le nascite nel l’ospedale del capoluogo – spiega Di Santo – Partiamo da qui per implementare le attività specialistiche su cui il Cardarelli è al momento carente».
L’attenzione, però precisa, è rivolta a tutti gli ospedali. «A Termoli abbiamo trasformato la Cardiologia in unità operativa complessa» con l’obiettivo di fondo, che vale anche per altre misure che sono allo studio, di «rendere attrattive le nostre strutture». Sia per il personale sia per i pazienti. In attesa della ridefinizione del modello organizzativo, per la quale via Petrella ha chiesto l’autorizzazione ai commissari, alcune misure sono state già avviate. «Seguendo le indicazioni della struttura commissariale e il mandato che ci ha affidato il presidente della Regione, stiamo mettendo in cantiere una serie di iniziative che credo daranno frutti positivi», si dice convinto il direttore.
Martedì i vertici dell’Asrem saranno al Veneziale per confrontarsi con la dirigenza medica, amministrativa e di comparto partendo dai dati del 2023 e fissando gli obiettivi per l’anno appena iniziato, «con una grande attenzione al controllo di gestione, come abbiamo fatto al Cardarelli nel primo degli incontri programmati. Poi andremo anche a Termoli e Agnone». Lo stesso lavoro, assicura, sarà realizzato anche per quanto riguarda i servizi territoriali e non ospedalieri, quindi le attività delle Case della Salute Vietri e Santissimo Rosario. «Sarà perché sono medico, ci tengo molto al rapporto con il paziente, con l’utente e al rapporto con il personale. Mi piacerebbe realizzare una programmazione di prossimità», ancora le parole di Di Santo.
Anno di sfide, dunque. Tutte complicate. Ma qual è la madre di tutte le battaglie per il manager di via Petrella? «Ridurre la mobilità passiva», risponde senza esitazione. Recuperare i tanti molisani che vanno a curarsi fuori regione.

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