I sospetti infarti del miocardio andranno trattati al Cardarelli e al San Timoteo, il Responsible Research Hospital sarà invece il punto di riferimento per la cardiochirurgia. Queste le istruzioni che riceverà il 118 una volta adottato il piano operativo della sanità 2023-2025 (da ieri in consultazione sul sito della Regione Molise). L’Emodinamica del Veneziale sarà accorpata a quella dell’ospedale regionale di Campobasso, la cui attività – si legge nel documento – va potenziata «in considerazione della localizzazione geografica baricentrica, dell’esperienza consolidata e della vicinanza con la struttura privata Responsible Research Hospital». La decisione di chiudere dell’emodinamica nel presidio pentro è stata presa dalla struttura commissariale della sanità «in considerazione dell’attività non garantita 24/24h e 7/7gg, dei volumi di attività, degli esiti e della vicinanza all’hub di Campobasso, che consente di salvaguardare la golden hour richiesta per la riperfusione coronarica».
A Isernia resterà l’unità di Terapia intensiva coronarica «che deve rispondere sia all’incremento di patologie cardiovascolari croniche riacutizzate (scompenso cardiaco), sia alla gestione di pazienti cardiologici che necessitano di cure semi intensive nell’ambito di un approccio multidisciplinare».
Anche la Cardiologia del San Timoteo – dove resta l’Emodinamica – sarà potenziata in ragione «del bacino di utenza stabile e del notevole incremento dello stesso durante il periodo estivo».
Per il Responsible si prevede l’integrazione nella rete cardiologica (per quanto riguarda l’attività cardiochirurgica) anche attraverso sistemi di telemedicina, teleconsulto, acquisizione di immagini.
La riorganizzazione, stima il piano operativo, «permetterà di raggiungere gli standard di volumi di circa 200 Ima (infarto miocardico acuto) e 400 Ptca (angioplastica coronarica) ciascuno (al Cardarelli e al San Timoteo, ndr), superando le criticità rilevate nella riunione congiunta del tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti regionali con il comitato permanente per la verifica dei livelli essenziali di assistenza del 12 aprile 2022.
Completamente diversa, rispetto al piano dell’ex commissario Giustini e a quello successivamente prodotto in bozza e aperto alla consultazione dalla struttura commissariale guidata dall’ex governatore Toma e dall’avvocato Papa, la configurazione della rete dell’ictus. Che il commissario Marco Bonamico e il sub Ulisse Di Giacomo hanno riorganizzato in questo modo per «garantire l’equità di accesso e la tempestività nell’effettuazione del trattamento dell’ictus ischemico».
Quindi: la trombolisi dovrà essere effettuata in tutti i Pronto soccorso degli ospedali regionali, evitando – come oggi avviene – la centralizzazione dei pazienti al Cardarelli. tutto questo è possibile grazie alla tecnologia “InTouch Health”, si tratta dei tre robot acquistati nel lontano 2019 dall’Asrem ma a quanto risulta mai utilizzati negli ospedali di Termoli e Isernia per realizzare il progetto di telestroke che era stato approvato. Ai pazienti con ictus ischemico che arriveranno al San Timoteo e al Veneziale potrà essere effettuata la trombolisi in collegamento con la Stroke Unit del Cardarelli «dove il neurologo esperto fornirà indicazioni circa la possibilità di effettuare il trattamento».
Inoltre, il piano operativo 2023-2025 indica l’attivazione di «opportuni accordi» con il Neuromed, «dotato di Stroke Unit di II livello, neurochirurgia e radiologia interventistica per il trasferimento di pazienti e/o teleconsulti».
Scendendo più nel dettaglio, con riferimento all’ictus ischemico sono previsti: diagnostica per immagini (angioTc cranio e collo) h24 e sette giorni su sette in tutti e tre gli ospedali pubblici molisani; la consulenza neurochirurgica del Neuromed anche attraverso sistemi di telemedicina /teleconsulto/ acquisizione di immagini; le prestazioni di primo livello (angioTc e trombolisi) al Cardarelli, al Veneziale e al San Timoteo (h24 e sette giorni su sette). Per quanto riguarda le prestazioni di secondo livello: la trombectomia meccanica al Neuromed, in attesa dell’avvio della procedura presso il Cardarelli di Campobasso; l’attivazione al Cardarelli della radiologia interventistica che sia in grado di trattare i vasi intracranici tramite trombectomia meccanica e altre procedure di neuroradiologia interventistica (al momento non disponibili nella rete pubblica).
Per quanto riguarda l’ictus emorragico, invece, saranno stipulati accordi con l’Irccs di Pozzilli.
Con riferimento all’ictus emorragico si prevede l’intesa per: teleconsulto attivabile dai Pronto soccorso degli ospedali di rete; eventuale trasferimento attraverso: trasporto su gomma o su pala; l’attivazione dell’eliporto Asrem di Tappino; l’attivazione di un servizio di radiologia interventistica a Campobasso; l’implementazione della formazione del personale del 118 per riconoscere i casi a forte sospetto di ictus e quindi trasportarli direttamente verso i presidi stroke-ready; l’integrazione della struttura privata Neuromed nella rete regionale anche attraverso sistemi di telemedicina /teleconsulto/ acquisizione di immagini.
Per quanto riguarda i politraumi (rete del trauma maggiore), i Dea di II livello già individuati dai piani operativi precedenti (Cardarelli di Napoli e Santo Spirito di Pescara) sono confermati. Ma la prescrizione dei commissari Bonamico e Di Giacomo è di stipulare accordi operativi con le due strutture, perché al momento non ci sono.
Numerosi gli spunti e le decisioni contenute nelle circa 200 pagine del documento – che resterà in consultazione fino al 15 febbraio prossimo (le osservazioni possono essere inviate alla mail po2325@regione.molise.it) -, quelle sulle reti tempodipendenti sono però le più impattanti in termini di comunicazione. Sia perché riguardano l’emergenza sanitaria, sia per le evidenti novità rispetto all’attuale assetto.
La bozza contiene anche la conferma di un impegno preso dalla struttura commissariale con il Comitato San Timoteo. Il Punto nascita dell’ospedale termolese è ancora in funzione in virtù di una decisione della giustizia amministrativa, anche se il Comitato nazionale punti nascita ne ha chiesto «la chiusura a causa del basso numero di parti, dell’alto tasso di tagli cesarei, della mancanza dei requisiti di personale e tecnologici richiesti per un Punto nascita sicuro». Bene, l’obiettivo dei commissari è di «porre in essere azioni volte al recupero della mobilità passiva e all’adeguamento degli standard minimi previsti dalla normativa vigente per il suo mantenimento».

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