Non sono passate inosservate e non poteva essere altrimenti. Anche perché le visite di Massimo Romanelli al Cardarelli di Campobasso sono state nelle ultime settimane numerose e concentrate negli orari più critici per un ospedale: il turno di notte o il primo della mattina. Il dirigente che arriva dall’Asl di Bologna e a cui i vertici Asrem hanno affidato il coordinamento delle professioni sanitarie è stato avvistato spesso in corsia.
Alcune criticità, è innegabile, sono state riscontrate. Ma, è lui stesso a chiarirlo a Primo Piano, i “blitz” hanno l’obiettivo di capire cosa non va, dove si inceppa il meccanismo e come la programmazione del lavoro può essere cambiata e implementata per migliorare i servizi agli utenti. Quindi dove intervenire con azioni correttive. Nessun intento punitivo, ci tiene a ribadire.
Naturale, comunque, che la voce sia arrivata agli organi di stampa, la presenza di Romanelli nei reparti ha destato “clamore” nei corridoi della struttura di contrada Tappino perché finora una cosa del genere non era mai avvenuta. L’iniziativa è concordata con il dg Giovanni Di Santo che, insieme ai direttori sanitario e amministrativo Bruno Carabellese e Grazia Matarante, ha impostato il mandato proprio all’insegna del lavoro sul campo, sia negli ospedali sia nelle strutture di assistenza territoriale.
Nelle ultime settimane, il direttore delle professioni sanitarie di via Petrella ha “regolarizzato” l’organico del Pronto soccorso del Cardarelli, rafforzando così la capacità di accoglienza e assistenza ai pazienti nel reparto di frontiera, che è poi anche un biglietto da visita per un presidio ospedaliero. E qualche giorno dopo i nuovi ingressi nell’organico dell’unità operativa guidata da Nicola Rocchia, si è recato sabato pomeriggio a vedere come andavano le cose. «Molto meglio rispetto a quando erano andato le prime volte», riferisce. In serata l’arrivo di un giovane paziente con dolore toracico. Insieme al camminatore e agli operatori anche il dirigente si è recato in radiologia per gli esami. Ha potuto così constatare di persona lo svolgimento del turno di lavoro.
Nessuna criticità da questo punto di vista, anzi per il personale usa solo parole di elogio Romanelli. È capitato qualche volta, dice, che un operatore fosse in un momento di pausa, magari a scorrere il cellulare. Ma in qualsiasi mansione e occupazione, è consentito. «L’importante è che se arriva un paziente tutti siano pronti e preparati a fare il loro dovere», aggiunge. «E questo l’ho riscontrato di persona».
Anche nella programmazione del lavoro in radiologia Romanelli ha “messo le mani”. In una delle sue visite, alle 8 del mattino, si è reso conto che una paziente ha dovuto attendere quasi un’ora per effettuare un esame con mezzo di contrasto. Per tecnici e infermieri il turno era già iniziato, ma il medico arriva intorno alle 9. «Abbiamo modificato la programmazione della diagnostica: si prenotano prima gli esami senza mezzo di contrasto, eseguibili senza il medico, e negli orari successivi gli altri». Accorgimenti che non stravolgono l’organizzazione di un reparto o di un ospedale ma che danno all’utenza una percezione migliore della sanità pubblica.
Non proprio tutto è filato liscio però durante i “blitz”. Andando via in piena notte, verso l’auto su cui era a bordo Romanelli si sono avventati alcuni cani. E quindi il dirigente si sarebbe accorto che la sbarra all’ingresso era aperta ma nella guardiola non c’era nessuno. In generale, anche con il vigilantes in guardiola, l’accesso all’ospedale – da qualsiasi altro punto che non sia l’ingresso principale – è un problema da affrontare. «Qualche criticità – conferma la direttrice amministrativa dell’Asrem Grazia Matarante – è emersa riguardo al servizio di guardiania. Ma siamo già intervenuti con la ditta».
r.i.