«Mantenimento dell’Utic di Isernia con il laboratorio di Emodinamica, considerato che il territorio dell’alto Molise presenta una situazione orografica, demografica e climatica tale da mettere in dubbio il rispetto della “golden hour” per l’Ima Stemi (è l’infarto miocardico acuto più grave, ndr) e di conseguenza mettere in pericolo la vita stessa del paziente infartuato».
Adesso è nero su bianco, a pagina 64 del programma operativo per gli anni 2023-2025 firmato e approvato ieri con decreto dal commissario Marco Bonamico e dal sub Ulisse Di Giacomo. Nel documento, che porta la firma anche della dg Salute Lolita Gallo, è confermato l’attuale impianto delle Utic pubbliche del Molise. «Il territorio in cui insiste il presidio ospedaliero di Isernia – aggiungono i vertici della sanità – è confinante con il basso Abruzzo e con l’alta Campania, aree in cui sono assenti presidi di emergenza per l’Ima. Pertanto, l’attività presso il presidio ospedaliero di Isernia sarà garantita h24 e sette giorni su sette».
La prima stesura del piano, al contrario, stabiliva l’accorpamento dell’unità di emergenza cardiologica di Isernia con quella del Cardarelli di Campobasso. Più che altro per carenza di personale. Immediata la sollevazione popolare e, prima ancora, istituzionale. Dall’assessore Iorio – che minacciò le dimissioni – al sindaco Castrataro che organizzò una manifestazione di piazza, in tanti si mossero per salvare dalla chiusura il reparto guidato da Carlo Olivieri, anche in considerazione degli ottimi esiti. Subito si mosse anche la delegazione parlamentare, in pressing sul ministro della Salute insieme al collega Della Porta andò in particolare la deputata Elisabetta Lancellotta.
Il governatore Francesco Roberti assicurò che con il tavolo tecnico la questione era stata chiarita e che l’Emodinamica di Isernia sarebbe rimasta attiva, con uno sforzo – che in queste settimane si sta compiendo su più fronti – per reperire gli specialisti necessari a garantire i turni h24. E così è stato.
Per quanto riguarda il San Timoteo, è previsto il potenziamento di Emodinamica e Utic «in considerazione del bacino di utenza stabile, del notevole incremento dello stesso durante almeno cinque mesi nella stagione estiva, della presenza di grandi vie di comunicazione come Tav, autostrada, porto turistico e commerciale, e dell’esistenza del più importante Nucleo industriale della Regione Molise in cui quotidianamente affluiscono migliaia di persone dal resto della regione e anche da regioni limitrofe».
Anche a Campobasso, ospedale hub della rete, sarà potenziata l’Emodinamica «in considerazione della localizzazione geografica baricentrica, dell’esperienza consolidata e della vicinanza con la struttura privata Responsible Research Hospital» che sarà integrata nella rete cardiologica per quanto riguarda l’attività cardiochirurgica anche attraverso sistemi di telemedicina, teleconsulto e acquisizione di immagini. Il paziente con sospetto infarto del miocardio sarà dunque centralizzato a Campobasso, Termoli e Isernia attraverso l’integrazione tra il sistema territoriale 118 e la rete per l’emergenza cardiologica.
Il decreto 79 è stato adottato mentre ancora si è in attesa del parere finale dei ministeri di Economia e Salute. Ma le modifiche e integrazioni richieste da Roma sono state già inserite nel documento. Perciò Bonamico e Di Giacomo hanno deciso di licenziare il programma operativo. In fondo siamo già a metà del suo arco temporale di vigenza (2023-2025). Tempo da perdere non ce n’è.
Per le tre Emodinamiche c’è l’impegno della struttura commissariale a una verifica col tavolo tecnico della deroga messa in atto di qui a un anno.
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