Chiunque abbia motivo di recarsi al Cardarelli di Campobasso misura direttamente il livello di attività e produttività dell’ambulatorio diabetologico. Situato all’ingresso dell’area dei reparti, è sempre affollatissimo. Ci sono ragioni epidemiologiche, naturalmente. Il diabete in Molise ha una prevalenza più elevata della media. Alla numerosa utenza, l’equipe fa fronte con competenza e passione. Anche se, come e forse più di altre unità operative, avrebbe bisogno di rinforzi: medici soprattutto ma anche personale infermieristico.
Ieri mattina, lo staff diretto dalla dottoressa Mariarosaria Cristofaro ha offerto un servizio ulteriore all’utenza. L’Endocrinologia ha infatti aderito alla Settimana rosa, iniziativa che l’Asrem ha dedicato alla salute della donna, proponendo screening gratuiti sul diabete mellito e l’obesità. «Il diabete in Molise ha una prevalenza più alta rispetto alla media nazionale come pure l’obesità che purtroppo caratterizza la nostra regione, che è la prima in Italia per prevalenza di obesità», ha ricordato i dati la dottoressa Cristofaro, direttrice del reparto. «L’obesità – ha aggiunto – quintuplica il rischio di diabete mellito e questo rapporto tra le due patologie ha creato i presupposti per uno screening sulla popolazione femminile. Questo perché il diabete in alcuni casi è una malattia di genere, come il diabete gestazionale nella fascia di popolazione fertile. E si caratterizza per una maggiore incidenza di complicanze cardiovascolari nella donna in post menopausa rispetto al sesso maschile».
Uno “slot” dedicato, dunque, che ha permesso di eseguire gli esami su 15 persone. «Abbiamo individuato una sola persona con una glicemia patologica e un’altra persona con alterazioni minime, le cosiddette alterazioni di pre diabete, che dovrà fare approfondimenti diagnostici presso la nostra unità operativa o dal suo medico curante». Questi i risultati, comunicati quasi in tempo reale.
La responsabile della Diabetologia dell’ospedale del capoluogo di regione ha anche ribadito l’importanza della prevenzione, non solo per le donne: «Cominciare dalla fascia pediatrica, controllare il peso, migliorare le abitudini alimentari ma anche lo stile di vita incrementando l’attività fisica e, nei soggetti che hanno familiarità, fare lo screening già a partire da dopo il 40esimo anno di età».
Soddisfazione per questo e per gli altri appuntamenti che si sono susseguiti nell’ambito della Settima a rosa è stata espressa dal direttore sanitario dell’Asrem Bruno Carabellese, presente ieri mattina al Cardarelli. La Settimana rosa, ha detto, «ci ha consentito anche di avvicinarci alle persone. In questo modo cambia la concezione del rapporto tra l’azienda sanitaria e la popolazione. Il futuro della sanità, poi, non è ospedalocentrico ma è sul territorio e questa iniziativa lo ha confermato. Le donne hanno avuto a che fare soprattutto con gli operatori che lavorano sul territorio. Oltre alla prevenzione, il nostro obiettivo è anche quello di ridurre l’attività sanitaria quando questa non è necessaria. La prevenzione abbassa i costi, soprattutto quelli sociali. Le persone devono ammalarsi il meno possibile, non per una questione economica ma sociale. Avere una persona in buona salute – ha concluso Carabellese – significa anche migliorare il livello di vita della popolazione».
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