Non solo i medici possono effettuare prestazioni aggiuntive retribuite. Nell’ottica dell’ottimizzazione della strategia per ridurre le liste di attesa e delle misure per fronteggiare la carenza di personale, la legge Finanziaria del 2023 ha previsto incentivi anche per il personale del comparto (infermieri, tecnici & Co.) che scelga di lavorare oltre il turno di servizio.
Questa disposizione è stata recepita dall’accordo siglato l’altro ieri a Palazzo Vitale fra la struttura commissariale della sanità, la direzione generale Salute e le organizzazioni sindacali.
«L’accordo era di vitale importanza perché recepisce le previsioni della legge finanziaria 2023 ed è utile per erogare maggiori prestazioni sanitarie ai nostri cittadini. Inoltre stabilisce una remunerazione adeguata alle prestazioni sanitarie erogate, oltre l’orario ordinario di servizio, dal personale dipendente finora sottopagato», il commento a margine del segretario regionale della Fials Carmine Vasile.
Al confronto con il commissario Marco Bonamico, il sub Ulisse Di Giacomo e la dg Salute Lolita Gallo hanno preso parte, firmando poi l’intesa, anche Fp Cgil (con Gianluigi Angelucci), Cisl Fp (Bruno Delli Quadri), Uil Fpl (Fernanda De Guglielmo) e Nursing Up (Maria Incoronata Luciano).
Il documento, spiegano questi ultimi rappresentanti sindacali, sono state stabilite le quote derivanti dal Fondo sanitario regionale per le prestazioni aggiuntive che saranno effettuate dal personale sanitario, per essere finalizzate al contenimento delle liste di attesa, alla riduzione del ricorso alle esternalizzazioni nonché all’impegno per far fronte alla carenza del personale stesso. La tariffa oraria, al netto degli oneri riflessi a carico dell’amministrazione, è stata fissata per il 2024 nella misura di 50 euro orari.
Piena soddisfazione, proseguono quindi, per l’accordo raggiunto, «frutto di una attenta e lunga interlocuzione con la Direzione generale della Salute iniziata il 28 maggio scorso con l’invio di una richiesta di incontro proprio per stabilire i criteri e rivedere la tariffa oraria delle prestazioni aggiuntive ferme dal 2001 al fine di valorizzare i sacrifici del personale sanitario dell’Asrem in perenne lotta con la carenza di personale».
Struttura commissariale e dg Salute, che pure risentono molto della carenza di risorse umane, «si sono attivate immediatamente fino alla convocazione che ha portato alla chiusura dell’accordo». La scelta di fissare in 50 euro all’ora l’incentivo , anziché il massimo consentito dalla norma, «è motivata dal fatto che, in una azienda in perenne carenza di personale si garantiscono un numero maggiore di ore di lavoro al fine di garantire i Lea senza rischi per l’utenza e, per avere la certezza che le ore erogate dai lavoratori vengano sicuramente retribuite».
Concludono quindi Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Nursing up: «Per la prima volta in Molise una parte del Fondo sanitario regionale è stato destinato al personale sanitario del comparto e questo grande risultato è legato al nostro impegno quotidiano e all’impegno della struttura regionale che risulta essere molto sensibile alle tematiche legate alla valorizzazione ed al benessere dei lavoratori mettendo però sempre al centro l’utenza e la sua necessità di cura».

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