Partecipavano alle gare bandite dalle Asl per il reclutamento di personale medico e infermieristico, una delle tre imprese si assicurava l’appalto per i cosiddetti “gettonisti” ma alla prova dei fatti i professionisti “promessi” dalla cooperativa non arrivavano o arrivavano in numero assai inferiore al necessario. Con la conseguenza che le pediatrie, i pronto soccorso, le anestesie andavano ancora più in affanno di quando non avevano il “soccorso”, lautamente pagato, delle socieàè esterne.
È accaduto in molte regioni, è accaduto anche in Molise dal Covid in poi fino al 2023. C’è anche l’Asrem, infatti, fra le “vittime” di quello che la stampa emiliana ha ribattezzato il “cartello fantasma” scoperto dalla Guardia di Finanza di Modena. I militari delle Fiamme Gialle ieri hanno eseguito tre ordinanze di custodia cautelare in carcere, nei guai sono finiti gli amministratori di tre coop che apparentemente hanno compagini sociali differenti ma che gli inquirenti ritengono sostanzialmente collegate e gestite da un unico centro decisionale e di interessi.
Da un controllo nella sede della principale delle tre imprese, che ha sede a Sassuolo, sono emersi elementi indiziari che hanno permesso di ricostruire una frode alla sanità pubblica che dal 2019 al 2023 avrebbe fruttato 4 milioni di euro, 700mila euro peraltro sono stati “spediti” in Lituania, trasferiti a una società estranea agli appalti ma amministrata di fatto dagli stessi tre indagati.
Queste le accuse: associazione a delinquere finalizzata alla commissione dei reati di turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture e auto riciclaggio.
In sostanza le coop partecipavano contemporaneamente a bandi per la fornitura di personale medico e infermieristico a strutture ospedaliere e aziende sanitarie pubbliche di Emilia Romagna, Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Marche, Lazio e Molise. Presentavano offerte coordinate nei contenuti in modo da assicurarsi il risultato o, quantomeno, aumentare la probabilità di aggiudicarsi l’appalto, falsando la concorrenza nelle procedure.
Le tre società però non avevano una struttura idonea a garantire la corretta esecuzione dell’appalto. Al momento della presentazione dell’offerta tecnica, hanno ricostruito i finanzieri, venivano allegate liste di medici (con curricula, titoli e specializzazioni) che, in realtà, non collaboravano con le cooperative e in alcuni casi neanche sapevano di essere stati inseriti in un appalto. Nei casi in cui una delle tre imprese otteneva l’affidamento dei servizi, poi lasciava gli ospedali in mezzo ai guai: forniva pochi medici, con conseguente difficoltà a coprire i turni. O, peggio, inviava professionisti che non avevano la specializzazione richiesta: non erano pediatri o medici di emergenza urgenza o anestesisti, per fare qualche esempio.
In Molise, ad agosto 2021 l’Ordine dei medici di Campobasso accese i riflettori sul “caso gettonisti”. A una delle tre società erano stati affidati dall’Asrem la copertura delle postazioni 118 di Sant’Elia e Cerro al Volturno e i servizi di pediatria. L’allora presidente della Commissione Albo medici Carolina De Vincenzo segnalò all’azienda di via Petrella che alcuni iscritti, anche non pediatri, avevano ricevuto telefonate per effettuare turni da 12 ore al reparto del Cardarelli. Oltre a disservizi nelle due sedi del 118. L’Ordine invitava l’azienda a risolvere le criticità riscontrate. La fornitura dei servizi di pediatria è proseguita nel 2022 e in parte nel 2023. Probabilmente le criticità sono state quanto meno contestate alla cooperativa. Fatto sta che però il Molise oggi si trova nel comunicato della Gdf di Modena. Fra le vittime del cartello fantasma dei gettonisti.
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