Sabato sera, Cardarelli di Campobasso. Il turno 8-20 del posto di polizia è già terminato. Un uomo, marito di una paziente, entra nell’area riservata del Pronto soccorso e dà in escandescenze. Urla, minacce («ti faccio ricoverare io»), insulti all’indirizzo di un medico e di infermieri e Oss che provano a placarlo. Lamenta forse una carenza di assistenza alla moglie. Non disdegna di menare le mani e i piedi, colpisce lo specialista e travolge gli operatori che tentano di allontanarlo (come testimonia un video). Quando arriva il vigilantes – da qualche settimana gli uomini del servizio di portierato presidiano h24 il reparto di emergenza dell’ospedale del capoluogo – a fatica gli operatori sanitari hanno riportato un minimo di calma e il medico prova a far ragionare l’aggressore.
Già, perché di aggressione si tratta. Fisica e verbale, ha circoscritto ieri la direttrice del Ps Paola Di Rocco alla Tgr Rai Molise. L’ennesima aggressione: Pronto soccorso, 118, Radiologia, ancora Pronto soccorso nel giro di poche settimane. Un’escalation, anche in Molise, impressionante.
Il personale in turno la sera di sabato scorso ha poi naturalmente chiamato le forze dell’ordine e sono intervenuti i Carabinieri.
Pochi – otto medici su 13 che ne servirebbero, carenti anche gli altri profili – e maltrattati. Gli operatori non ce la fanno più. «Facciamo il nostro lavoro in maniera scrupolosa, attenta e essere trattati in questo modo da chi dovrebbe ricevere il nostro aiuto è una cosa che ci ferisce profondamente. E non è comunque accettabile», ancora le parole della dottoressa Di Rocco.
Ferma condanna, ancora una volta, arriva dalla direzione strategica dell’Asrem. «Inaccettabile questa progressione di aggressioni continue soprattutto ai Pronto soccorso – così il dg Giovanni Di Santo – Noi siamo pronti anche in questo caso a tutelare i nostri operatori con i mezzi giuridici a nostra disposizione. E abbiamo rafforzato la vigilanza nei reparti d’emergenza, la presenza delle guardie h24 è prevalentemente in funzione di prevenzione». Come gli altri dg delle Asl, Di Santo auspica «decisioni più importanti a tutela di medici e operatori che lavorano in prima linea».
Se ne discuterà a un evento della Fiaso, in programma in Toscana domani pomeriggio e giovedì. «Se decine di persone partono da casa con la deliberata intenzione di mettere in atto una violenta spedizione di gruppo contro il personale di un ospedale, dobbiamo parlare di aggressione premeditata, attuata con una modalità chiaramente mafiosa», ha detto nei giorni scorsi il presidente della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere, Giovanni Migliore. Bene a suo parere le misure annunciate dal ministro Schillaci, a partire dal fermo in flagranza differita. «D’altro canto è impensabile pensare di trasformare i luoghi di cura in caserme: non servirebbe. Chiediamo invece un’azione determinata da parte delle forze di polizia e della magistratura con norme operative che consentano di procedere con l’arresto immediato dei responsabili. Senza misure di deterrenza concrete e tempestive – la conclusione di Migliore – la situazione non può cambiare e il rischio è abituarsi a episodi di violenza reiterata nelle corsie contro chi, ogni giorno e tra mille difficoltà, assicura il diritto alla salute dei cittadini».

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