Sdegno, condanna. E, certo, solidarietà. Ma soprattutto la richiesta unanime di misure concrete per tutelare la sicurezza e l’incolumità di medici e operatori sanitari, in particolare di quelli che lavorano in reparti di frontiera come i Pronto soccorso.
Unanime la reazione alla notizia dell’aggressione subita da un chirurgo in turno al Ps del Cardarelli di Campobasso sabato sera, quando il marito di una paziente ha dato in escandescenze colpendolo con calci e pugni e insultandolo. Poi l’uomo ha travolto anche infermieri e ausiliari che si frapponevano fra lui e il medico, che non ha perso la calma e anzi, passata la sfuriata, ha parlato a lungo con l’aggressore riportando la situazione alla calma.
Sono comunque intervenuti i Carabinieri, oltre alla guardia giurata in servizio. L’ennesimo episodio di violenza, fra l’altro nell’area riservata di un reparto delicatissimo, che l’Asrem provvederà a denunciare.
L’Ordine dei medici di Campobasso ha espresso ieri «il più profondo rammarico e condanna fermamente l’ingiustificabile aggressione avvenuta nei confronti del personale sanitario». Il Consiglio ha manifestato anche «la più grande solidarietà nei confronti di tutti i colleghi che quotidianamente prestano le loro cure in condizioni difficili, se non impossibili, dovute a carenza di organico, numerosità di accessi impropri e degrado dell’indispensabile rapporto, di reciproco rispetto, tra chi presta le cure e chi ne ha necessità. Qualsiasi episodio di violenza, verbale o fisica, è intollerabile ma lo diventa ancor di più se commesso all’interno dei luoghi di cura e nei confronti di coloro che sacrificano gran parte della propria esistenza a garantire le cure al prossimo; il nemico è la malattia non il medico. Il diritto alla salute, che giorno e notte i medici garantiscono, non può essere minato dalla paura o dall’angoscia, che determinano, anzi, una drammatico peggioramento della qualità dell’assistenza e che spingeranno sempre più professionisti ad abbandonare il Sistema sanitario pubblico – ha rimarcato il presidente dell’Omceo Pino De Gregorio – In ultimo un appello ai tanti cittadini e pazienti: il nostro è un Ente sussidiario dello Stato con la funzione precipua di tutelare la salute della popolazione, obiettivo che può essere perseguito e raggiunto se agli operatori sanitari sono garantite le necessarie condizioni di serenità e incolumità. Pensateci ogni volta che incontrerete un camice bianco».
«La situazione – ha aggiunto il presidente del sindacato Snami Federico Di Renzo commentando anche gli episodi di Foggia – è diventata insostenibile, non possiamo più permettere che i professionisti della sanità che quotidianamente si dedicano con impegno e sacrificio alla cura dei pazienti, siano vittime di atti di violenza. La solidarietà è importante, ma da sola non è sufficiente. È ora che le istituzioni prendano provvedimenti concreti e immediati per garantire la sicurezza di chi lavora in prima linea».
In una nota a firma anche della segretaria organizzativa del sindacato Antonia De Socio e dell’addetto stampa Simone Cataldo, l’organizzazione di categoria «ribadendo la necessità di un intervento forte e deciso», ha voluto rendere nota «la piena solidarietà ai colleghi vittime di queste aggressioni», e ha chiesto «con forza che alle parole seguano fatti concreti. Non è solo una questione di difesa dei diritti dei lavoratori della sanità, ma di tutela della dignità e dell’efficienza dell’intero sistema sanitario».
Infine, Cittadinanzattiva ha definito «inaccettabile» la violenza «sopratutto quando avviene in quei luoghi dove ci sono persone che ci salvano la vita e si occupano della salute di tutti». Le risorse, l’organizzazione, la medicina del territorio – ha concluso la segretaria regionale Jula Papa – «sono le chiavi per risollevare il Sistema Sanitario ormai da anni depotenziato, sia dal punto di vista delle risorse economiche e sia delle risorse del personale. Ci auguriamo che il bando pubblicato dall’Asrem per il reclutamento del personale dia risposte positive, ma forse sono anche necessarie riforme più incisive e competitive affinché diventi una Regione più attrattiva».

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