Dopo il primo stop inviato alle Regioni, il ministero della Salute ha corretto la rotta e assicurato che, ovunque nati, i bambini italiani hanno diritto alla fornitura gratuita dell’anticorpo per la cura della bronchiolite.
La soluzione è stata individuata, va però ancora formalizzata. Sostanzialmente, l’Agenzia nazionale regolatrice nel farmaco dovrà classificare il Nirsevimab tra i farmaci di fascia A (quindi erogabili in regime di Servizio sanitario nazionale) invece che fra quelli di fascia C dove è stato inserito (praticamente come fosse un integratore). È questo l’ostacolo formale alla somministrazione gratuita nelle Regioni sottoposte a piano di rientro (fra cui Molise, Abruzzo, Lazio, Campania e Calabria).
Prende posizione, intanto, la struttura commissariale di Palazzo Vitale e si schiera con il dicastero di Schillaci, spiegando che «dopo soltanto 24 ore il ministero della Salute è correttamente intervenuto mettendo riparo ad una situazione insostenibile e dopo una interlocuzione con l’Aifa ha ribadito la possibilità, da parte di tutte le Regioni, di mettere a disposizione l’anticorpo monoclonale per i bambini e il vaccino per le mamme».
La nota ricorda anche che i commissari della sanità Marco Bonamico e Ulisse Di Giacomo insieme alla direzione generale della Salute guidata da Lolita Gallo si erano «mossi da tempo, convocando il Gruppo tecnico regionale Vaccini e autorizzando l’Asrem all’acquisto sia dell’anticorpo monoclonale per i neonati sia del vaccino per le partorienti, in modo da partire nel prossimo mese di ottobre con la profilassi contro il virus sinciziale. Quindi – assicurano Bonamico, Di Giacomo e Gallo – le mamme che decideranno di partorire in Molise possono essere tranquille, perché potranno usufruire gratuitamente di questa importante procedura di prevenzione».

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