Cardine del diritto alla salute sancito dall’articolo 32 della Costituzione, la sicurezza delle cure è oggi l’obiettivo perseguito con maggiore determinazione da aziende sanitarie e ospedaliere.
Un passo avanti notevole su questo terreno è stato compiuto al Cardarelli di Campobasso con l’inaugurazione della Recovery room, unità della rianimazione specializzata nel risveglio dei pazienti dopo un intervento chirurgico.
«È stata elevata la sicurezza delle cure con un’attenzione particolare alle ore immediatamente successive a un intervento, ore in cui si possono registrare complicanze, dalla nausea al vomito a sintomi più gravi», ha spiegato il primario Vincenzo Cuzzone che ha posto in grande evidenza il lavoro di squadra che c’è dietro una Recovery room. Quattro posti letto a disposizione, in cui vengono presi in carico i pazienti dalle sale operatorie, pazienti che hanno subito interventi di chirurgia maggiore: vascolare, ortopedia, otorinolaringoiatria, chirurgia oncologica complessa, chirurgia generale, epato-biliare. I pazienti vengono costantemente e contemporaneamente monitorati «finché non raggiungiamo un margine di sicurezza tale – ancora Cuzzone – da trasferire il paziente dalla sala operatoria al reparto. Questo ci consente anche di fare un monitoraggio invasivo e quindi evitare di ricorrere alla terapia intensiva».
È stata un’operazione, ha confermato il direttore direttore sanitario dell’Asrem Bruno Carabellese, di chirurgia anche economica. In terapia intensiva il costo giornaliero di un ricovero va dai 1.500 ai 3.000 euro.
«L’obiettivo è rendere sempre più certe e sicure le cure e decongestionare la rianimazione. Abbiamo raddoppiato il numero delle sale operatorie, da cinque siamo passati a dieci. Altra cosa importante è che il dottore sta allevando nel senso più bello del termine dei giovani specializzandi».
«Un ulteriore passo in avanti nella cura post operatoria, all’insegna della innovazione e della competenza – ha aggiunto la direttrice amministrativa Grazia Matarante – I nostri sforzi al servizio della popolazione stanno trovando quotidianamente concretezza».
Un fiore all’occhiello per la sanità molisana, la Recovery room per il dg dell’azienda Giovanni Di Santo, che ha voluto fortemente il reparto. «Non tutte le strutture ospedaliere, seppur Dea di II Livello hanno la Recovery room. Abbiamo inoltre spinto tantissimo per assicurare, h24, la parto analgesia, e con lo stesso team, stiamo mettendo in piedi la possibilità di effettuare Picc team, accessi venosi sul territorio, confermando quella integrazione proprio tra ospedale e territorio che da sempre stiamo promuovendo».
Da qualche ora, sempre all’ospedale del capoluogo molisano, è tornata in funzione dopo un lungo stop la mensa aziendale. Aperta a dipendenti, familiari dei degenti e studenti universitari, i locali sono stati riadattati con un lavoro congiunto del dipartimento di prevenzione guidato dalla dottoressa Carmen Montanaro e dell’ufficio Logistica diretto da Bruno Natale.
«Sedersi a tavola sarà anche un momento di aggregazione, per poter discutere e l’affluenza sarà sicuramente alta – le parole del direttore Di Santo che ieri mattina si è recato insieme ai dirigenti a toccare con mano il “lavoro finito” – Abbiamo cercato di rendere gli spazi più confortevoli e doteremo la sala di un monitor che, ogni giorno, fornirà dettagli sul menu, in particolare sugli ingredienti utilizzati, per consentire alle persone, magari allergiche, di scegliere con maggiore consapevolezza le portate da consumare».
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