«Ad oggi non sono state ancora attivate le slot per le urgenze di neuropsichiatria, ma ci stiamo lavorando da tempo. Nonostante non siano monitorate dal Ministero ai fini del controllo sul rispetto dei tempi di attesa, l’Asrem reputa che siano indispensabili per rispondere alle esigenze della popolazione che abbia bisogno di tali prestazioni».
Una nota di via Petrella, giunta nel primo pomeriggio di ieri in redazione, attesta che raccontando la storia, l’odissea per meglio dire, di due giovani genitori per ottenere la fissazione in tempi rapidi di una visita neuropsichiatrica (come indicato sulla ricetta del pediatra), abbiamo colpito nel segno.
Un breve riassunto prima di passare alla risposta dell’azienda sanitaria regionale. La coppia si reca al Centro unico di prenotazioni con la prescrizione del pediatra. Il loro bambino, a cui è stata diagnosticata una patologia neurologica invalidante, ha bisogno di essere visitato con urgenza dal neuropsichiatra infantile. Il pediatra ha correttamente inserito il codice di priorità. Ma, una volta al Cup, questa mamma e questo papà scoprono che il sistema non riesce a “caricarlo”. Naturalmente insistono. E vengono invitati a recarsi in via Garibaldi per capire se i medici possono fare qualcosa per loro. In ambulatorio si reca solo la madre del piccolo, chiede informazioni, viene rimbalzata da una stanza all’altra, chiede per favore di trovare uno spazio nell’agenda, pur completamente piena, dei pochi medici in servizio. E finalmente ci riesce. La “cortesia” che riceve è un appuntamento di lì a qualche settimana. Non entro le 72 ore che la ricetta richiedeva, ma neanche troppo in là.
Capire perché il Cup non accetta la lettera “U” per le prestazioni di neuropsichiatria non è immediato. Non è un problema tecnico, questo sembra abbastanza pacifico.
Un passo avanti rispetto a un anno fa quando, all’insediamento della nuova direzione strategica, venne fuori che il sistema informatico non permetteva di inserire i codici di priorità (urgente, breve, differibile, programmabile). Le agende, però, vengono gestite in collaborazione e coordinamento con le unità operative che hanno il quadro complessivo degli operatori (medici o tecnici) a disposizione e quindi degli “spazi” utilizzabili per visite ed esami. È un fatto che per i reparti più a corto di personale (o almeno per alcuni di essi, per esempio proprio la Neuropsichiatria infantile ma non solo) le urgenze non sono prenotabili. Non sarebbero rispettate.
Anche su questo aspetto la nota dell’Asrem sulla vicenda raccontata da Primo Piano rende pubblico qualche dettaglio in più.
Ma conviene leggerla per intero e con attenzione.
Quando si apprende di un bambino affetto da una patologia che necessita di cure, in alcuni casi urgenti, l’attenzione aumenta, perché si tratta di un paziente fragile, di un essere indifeso il cui destino è in parte affidato ai genitori o a chi dello stesso si occupa amorevolmente. Ed allora – si legge nel comunicato di via Petrella – succede che tutto si fa perché quello stesso bambino riceva l’assistenza dovuta. Come del resto è accaduto nel caso della giovane coppia che doveva prenotare una visita dal neuropsichiatra infantile per il proprio figlio. Una prescrizione urgente sulla impegnativa redatta dal pediatra di libera scelta. Una richiesta, però, non esaudita nella immediatezza dal Cup e su cui l’Asrem ha ora focalizzato l’attenzione.
«Ad oggi – spiega la direzione strategica dell’Azienda sanitaria molisana guidata da Giovanni Di Santo – non sono state ancora attivate le slot per le urgenze di neuropsichiatria, ma alle stesse si tra lavorando da tempo. Infatti, nonostante non siano monitorate dal Ministero ai fini del controllo sul rispetto dei tempi di attesa, l’Asrem reputa che siano indispensabili per rispondere alle esigenze della popolazione che abbia bisogno di tali prestazioni. La stessa responsabile dell’Unità operativa semplice a valenza dipartimentale di Neuropsichiatria infantile Tiziana Addona ne ha sottolineato l’importanza».
È proprio la dottoressa Addona a spiegare come funziona il Servizio da lei diretto.
«La struttura situata in via Garibaldi a Campobasso – rimarca – conta su quattro neuropsichiatri infantili. Un numero irrisorio rispetto alle esigenze del territorio. Di fatto noi siamo l’unica Uosvd di Neuropsichiatria infantile in regione e cerchiamo di risolvere le problematiche sinergicamente, con il confronto e la condivisione all’interno di un team multidimensionale, occupandoci non solo di aspetti clinici, psicosociali ed educativi, ma collaborando pure con istituzioni quali Tribunale per i minorenni e scuole di ogni ordine e grado. Detto questo mi preme sottolineare che anche in momenti difficili abbiamo sempre dato risposte a chi si è rivolto al nostro servizio. Il buonsenso e l’abnegazione ci appartengono, è vero, e prendiamo in carico i casi, relativamente alle tempistiche, valutando le singole specifiche necessità. Sicuramente è importante il corretto uso dei codici prescrittivi sulle impegnative dei pediatri di libera scelta e dei medici di medicina generale per evitare ritardi ed accavallamenti nella erogazione delle prestazioni».
L’Asrem, conclude la nota, resta disponibile ad accogliere quotidianamente richieste di risoluzione di problematiche che affliggono i cittadini e nel contempo ricorda l’impegno, non semplice ma costante, profuso per lo smaltimento delle liste di attesa.

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