A Campobasso ieri c’era un tempo (meteo s’intende) da… Campobasso. Ma nonostante la pioggia in tanti si sono recati nella Sala Civica di Palazzo San Giorgio, messa a disposizione dall’amministrazione comunale, per lo screening della vista per intercettare eventuali maculopatie promosso da Roche e realizzato dall’equipe di Oculistica del Cardarelli guidata da Roberto Dell’Omo (anche direttore della Scuola di specializzazione Unimol).
Un risultato che fa sorridere gli organizzatori anche dal punto di vista epidemiologico. «Il passaparola e l’aiuto dei media nel veicolare le informazioni hanno funzionato», ha sottolineato Ruggiero Renzi, informatore scientifico di Roche, ribadendo l’impegno della casa farmaceutica sul fronte della prevenzione e della terapia.
Rassicurante il bilancio del prof Dell’Omo: «Gli stadi avanzati delle patologie, sia della degenerazione maculare correlata all’età sia della retinopatia diabetica, si trovano per fortuna in una ristretta percentuale di pazienti. Tuttavia nei Paesi industrializzati, tra cui l’Italia, circa una persona su otto con più di 60 anni è affetta da degenerazione maculare correlata all’età. E abbiamo circa cinque milioni di persone in Italia che sono affette da diabete. Se il diabete dura da molti anni è molto probabile individuare qualche segnale di retinopatia. Per fortuna abbiamo individuato solo pochi pazienti che necessitano di ulteriori approfondimenti».
Tra coloro che hanno aderito alla campagna “Il tuo punto di vista conta” – che nella tappa molisana ha avuto il patrocinio di Regione, Università, Comune di Campobasso e Lions Club – il presidente di Palazzo San Giorgio Giovanni Varra, testimonial dell’importanza della prevenzione e della efficace sinergia fra istituzioni, e il numero uno, appena rieletto, dell’Ordine dei medici di Campobasso Pino De Gregorio. Doverosa, ha detto quest’ultimo, la passeggiata per la visita – effettuata con attrezzatura all’avanguardia – per via del fatto che alcuni suoi familiari hanno sofferto e soffrono di maculopatia. Nessun accenno di patologia nel suo caso. «Ma è a iniziative come questa che va assolutamente un plauso – ha concluso De Gregorio – perché la prevenzione deve avere una corsia preferenziale sempre. Alla terapia non dovremmo neanche arrivare».

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