Da una figuraccia al cortocircuito il passo è stato brevissimo. Sui fondi utilizzati per ridurre le liste d’attesa in sanità e sulle agende – aperte o chiuse – si è aperta una crepa consistente nei rapporti fra la struttura commissariale e l’Asrem.
Mercoledì sera su Rete4, nel programma Fuori dal coro di Mario Giordano, l’ennesimo servizio sui “Ladri di salute”, il secondo dedicato in pochi mesi al Molise. Ancora una volta l’inviata ha raccontato di prenotazioni impossibili, agende chiuse a meno che non si scelgano visite ed esami a pagamento. Soprattutto ha intervistato il commissario Marco Bonamico e gli ha chiesto di commentare i dati: su 4,4 milioni a disposizione per abbattere l’arretrato, il Molise ha speso solo il 2%. Lui ha risposto di dover chiedere ad Asrem e poi ha commentato: lì non ci risponde mai nessuno. Agende chiuse? Non sappiamo, noi stiamo a quello che ci riferisce l’azienda sanitaria.
Basterebbe già questo per capire il clima. Ieri un’intervista dei colleghi del Quotidiano del Molise al sub commissario Ulisse Di Giacomo ha allargato il solco. Di Giacomo ha focalizzato l’attenzione sulle agende dei privati che sono entrati centro unico di prenotazioni. «Dopo reiterate richieste fatte all’Asrem ci siamo accorti che le agende non sono aperte come c’era stato sempre detto e questo è un fatto gravissimo», così il sub. La disponibilità data dalle cliniche, ha aggiunto, non è per l’intero giorno, ma solo per poche ore. Comunque, la sua accusa, l’Asrem ha “cantato la mezza messa ai commissari”: «Quando facciamo una richiesta deve esserci detta la verità, non mezze verità. Abbiamo provato anche noi a prenotare alcune visite e per determinate prestazioni c’è stato detto che l’agenda era chiusa, così è iniziato a venirci qualche sospetto».
Quanto ai soldi spesi, i numeri non sono quelli del servizio di Fuori dal coro, ma non sono buoni. Per acquistare prestazioni dai privati (già contrattualizzati e privati puri) l’azienda sanitaria ha impiegato in un anno 550mila euro. Per pagare gli specialisti ospedalieri, sumaisti o pensionati invece 40-50mila euro. A disposizione c’erano 4,4 milioni.
Fonti interne all’azienda di via Petrella hanno spiegato a Primo Piano che l’arretrato di visite ed esami da recuperare era pari a 30mila prestazioni, per un valore di 700mila euro: «Abbiamo quindi speso quasi tutto quello che era necessario».
Il dg Giovanni Di Santo, invece, ha preferito mantenere ancora il silenzio. Non ha voluto rispondere a Di Giacomo, riservandosi di farlo in una conferenza stampa che sarà fissata a inizio settimana e per la quale sta acquisendo i dati per un dossier.
r.i.