La gestione della sanità molisana è al centro di un duro confronto tra la struttura commissariale e i vertici dell’ASReM (Azienda sanitaria regionale), che sta degenerando in una crisi istituzionale. Il dibattito si è intensificato dopo la recente inchiesta televisiva del programma Fuori dal coro, che ha evidenziato gravi carenze nel sistema di gestione delle liste d’attesa, mettendo in luce problemi noti da tempo e, a quanto pare, mai risolti. I consiglieri regionali del Movimento 5 stelle, Andrea Greco, Angelo Primiani e Roberto Gravina, hanno espresso critiche severe, sottolineando la necessità di un cambio ai vertici della sanità regionale per ripristinare l’accesso equo alle cure per i cittadini.
La figuraccia del Molise e la crisi delle liste d’attesa
Il programma Fuori dal coro ha rivelato come il Molise abbia utilizzato solo una minima parte dei fondi disponibili per ridurre l’arretrato delle liste d’attesa, destinando appena il 2% dei 4,4 milioni di euro assegnati. Marco Bonamico, commissario straordinario, ha evidenziato la mancanza di collaborazione da parte dell’ASReM, dichiarando che «non ci risponde mai nessuno» e che le agende delle cliniche private accreditate non sono completamente aperte, come era stato invece assicurato dall’azienda sanitaria. La situazione è apparsa ancor più compromessa dopo l’intervento del sub-commissario Ulisse Di Giacomo, che ha sottolineato la gravità della situazione accusando l’ASReM di aver fornito solo «mezze verità».
Il Movimento 5 stelle chiede le dimissioni dei vertici sanitari
I consiglieri del Movimento 5 stelle in Consiglio regionale hanno preso una posizione netta, chiedendo le dimissioni dei vertici dell’ASReM e della struttura commissariale. Secondo loro, il problema principale è che in Molise l’accesso alle cure è diventato subordinato alla possibilità economica dei pazienti: chi può permetterselo si rivolge alle strutture private, mentre chi non può resta in attesa, spesso per tempi indefiniti. Tra i punti critici indicati, emergono il mancato inserimento di tutte le strutture private accreditate nel Centro Unico di Prenotazione (CUP), la mancata implementazione dei cosiddetti “percorsi di tutela” che dovrebbero permettere ai cittadini di ottenere rimborsi quando le visite private diventano necessarie, e l’opacità delle agende di prenotazione.
Fondi non utilizzati e accuse reciproche
In risposta alle accuse, da fonti interne all’ASReM trapela che i fondi utilizzati sarebbero stati adeguati alla reale esigenza: per recuperare le prestazioni arretrate, stimabili in circa 700mila euro, l’azienda sanitaria avrebbe impiegato una somma vicina al totale necessario. Tuttavia, il sub-commissario Di Giacomo sostiene che l’Azienda abbia «cantato la mezza messa», riferendo che gli orari di disponibilità delle cliniche private sarebbero stati parziali, offrendo così un servizio limitato. Questa situazione ha sollevato forti sospetti, portando anche il sub-commissario stesso a tentare una prenotazione per verificarne l’effettiva fattibilità.
Il silenzio dell’ASReM e il futuro della sanità molisana
Il direttore generale dell’ASReM, Giovanni Di Santo, ha scelto di non rispondere immediatamente alle accuse mosse dalla struttura commissariale e ha rimandato il chiarimento a una conferenza stampa, durante la quale intende presentare un dossier con dati aggiornati per difendere l’operato dell’azienda sanitaria. Nel frattempo, il solco tra le due parti si è ulteriormente allargato, generando un clima di sfiducia reciproca che rende sempre più difficile una risoluzione rapida.
Conclusioni: un sistema che richiede trasparenza e responsabilità
La crisi della sanità molisana, con le sue liste d’attesa interminabili e la gestione controversa delle risorse, rappresenta un problema di trasparenza e di responsabilità istituzionale. I consiglieri del Movimento 5 stelle sostengono che sia giunto il momento per un cambio ai vertici, al fine di ridare fiducia ai cittadini e garantire un accesso equo e tempestivo alle cure sanitarie. La situazione attuale, in cui né l’ASReM né la struttura commissariale sembrano in grado di rispondere in modo adeguato ai bisogni della popolazione, evidenzia la necessità di una riforma profonda, che metta la salute dei molisani al centro delle politiche sanitarie regionali.

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