Un equivoco, una imprecisione. O, al contrario, un eccesso di zelo. Comunque la nota della direzione sanitaria del Cardarelli che disponeva il trattamento fuori regione dei cosiddetti politraumi maggiori – spiegano a Primo Piano gli addetti ai lavori per esempio un paziente che insieme ad altri traumi abbia riportato la frattura del bacino che a Campobasso non viene operato – è stata precisata, di fatto superata, all’esito di un audit che si è svolto ieri mattina in via Petrella.
Ha destato allarme nelle scorse ore la diffusione della notizia che il direttore sanitario aziendale (Carabellese che però non ha firmato la disposizione ma espresso un parere favorevole probabilmente richiesto dalla direttrice dell’ospedale del capoluogo Sticca, ndr) avesse deciso o comunque avallato il trasferimento presso Dea di II livello i politraumi a causa della carenza di ortopedici. Due cose non sempre collegate. Anzi, il politrauma deve essere trattato da un’equipe multidisciplinare, non solo da ortopedici. Comunque, non c’è nulla di diverso rispetto a prima. I cosiddetti percorsi diagnostico terapeutici prevedono già che i traumi maggiori vengano dirottati a strutture di secondo livello.
La carenza di ortopedici cui si faceva riferimento nella nota della discordia è reale. E l’azienda sta mettendo in campo, ha confermato il responsabile del Blocco operatorio Vincenzo Cuzzone dopo l’unità di crisi convocata dal dg Giovanni Di Santo, tutte le misure possibili per rinforzare il reparto del Cardarelli. Andato in pensione il primario Pancrazio La Floresta, tuttavia, è direttore ad interim il responsabile dell’unità operativa del Veneziale Enzo Bianchi (in attesa dell’arrivo da Bologna del nuovo primario, Giuseppe Melucci) che ha già portato a termine in pochi giorni, insieme per esempio ai colleghi della chirurgia vascolare guidata da Luca Iorio, una decina di interventi. «Esiste un’articolazione regionale – ha spiegato a Primo Piano ieri pomeriggio Bianchi – che assicura comunque il trattamento dalla frattura ai politraumi». Vengono trasferiti fuori regioni i pazienti con le situazioni più complesse e realmente non trattabili al Cardarelli. Come ha ribadito anche Cuzzone sottolineando che, quindi, il Pronto soccorso di Campobasso e quelli degli altri ospedali continueranno ad accettare pazienti con traumi come avvenuto finora e a stabilizzarli nei casi più gravi in cui ci sarà bisogno di affidarli alle cure di colleghi di altre strutture, di secondo livello o specialistici.
«I molisani, dal punto di vista ortopedico e traumatologico saranno tutti trattati negli ospedali di Termoli, Isernia e Campobasso», ha tenuto a sottolineare Bianchi. «Per quanto riguarda il 90% e oltre dell’attività chirurgica, gli ospedali della regione non saranno assolutamente penalizzati. Continueranno, nonostante il pensionamento del collega La Floresta, a cui va tutto il mio ringraziamento per l’opera svolta, a trattare, curare e riabilitare i molisani nella loro regione».

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