Ricordate la Cittadella della salute? Evocazione affascinante di un decennio fa, che però è rimasta finora tale. Un progetto in un cassetto. Sanità pubblica e privata convenzionata di rilievo regionale (e non solo) nello stesso edificio a Campobasso. Integrazione non solo condominiale ma anche assistenziale. Prevista nel piano operativo dell’ex presidente-commissario Paolo Frattura, della coabitazione fra Cardarelli ed ex Gemelli, oggi Responsible, non si è fatto più nulla per anni dopo la fine del mandato dell’architetto.
Eppure sarebbe, è, la soluzione a tante criticità tutte attuali e preoccupanti per il servizio sanitario del Molise. Innanzitutto, la vetustà dell’edificio che ospita l’ospedale pubblico più importante del Molise. Ristrutturarlo costerebbe una cifra enorme. Mentre a poche centinaia di metri è disponibile un immobile nuovo, sicuro e per metà… vuoto. Risparmio, efficientamento dei costi, qualità dell’assistenza e, perché no, aumento del benessere sia dei pazienti sia degli operatori della sanità pubblica. Obiettivi agevolmente raggiungibili con un’operazione non titanica, a patto di volerla avviare e portare a termine.
Da qualche mese pare che le cose siano radicalmente cambiate. Le voci che si rincorrono, indiscrezioni da fonti accreditate, sono tutte concordanti: la Regione starebbe trattando l’acquisto dell’edificio di proprietà dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Un punto qualificante del progetto, che eliminerebbe in radice molte delle perplessità e difficoltà che fecero naufragare l’iniziativa nel 2016. Un punto su cui il governatore Francesco Roberti, ingegnere che in sanità ha finora dimostrato buonsenso e una dose massiccia di praticità, non avrebbe intenzione di tornare indietro e per il quale starebbe lavorando molto e in prima persona.
Una volta acquisito l’immobile, Palazzo Vitale sarebbe in condizione di trasferirvi il suo ospedale principale. Lo spazio per Cardarelli e Responsible c’è eccome.
Inoltre, grazie alla presenza del dipartimento di Medicina di Unimol in entrambe le strutture (al protocollo con la Regione si è aggiunto un accordo firmato dal rettore Luca Brunese con l’ospedale del presidente Petracca), il polo unico di assistenza sanitaria nel capoluogo garantirebbe anche didattica e ricerca, realizzando così pienamente il vincolo posto a base dei finanziamenti pubblici concessi a suo tempo alla Cattolica per realizzare il centro: appunto, assistenza e didattica. Vincolo che, da quanto trapela, sarebbe stato ribadito dai vertici di UniCatt nelle trattative: possiamo vendere solo a patto che la Regione si impegni a usare l’immobile come ospedale e sede universitaria.
I pianeti si sono allineati? Così pare. I tempi per chiudere l’intesa, se si arriverà a concluderla, sarebbero ormai stretti. Forse già entro la fine del 2024. E i costi? “Nazional popolari”, assicura una fonte qualificata. O almeno questo è l’obiettivo.
rita iacobucci

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