La Regione Molise sta trattando con l’Università Cattolica del Sacro Cuore l’acquisto di Campobasso, che ospita il Responsible Research Hospital. «Ma la proprietà dell’immobile di chi è?».
Il consigliere regionale di Costruire democrazia Massimo Romano riporta il caso in Aula a Palazzo D’Aimmo dopo una prima interrogazione proposta lo scorso anno quando su queste colonne pubblicammo le prime indiscrezioni sull’ipotesi di trasferire l’ospedale pubblico Cardarelli nell’ampia e nuova ala inutilizzata dell’ex Gemelli.
Nella mozione protocollata in seguito agli articoli di Primo Piano del 25 e del 26 novembre scorsi, il leader di Cd ripercorre innanzitutto i passaggi relativi all’accreditamento istituzionale. In particolare, nel 2011 (decreto del commissario Iorio) la Cattolica comunicava la costituzione della Fondazione Giovanni Paolo II per la gestione del centro di ricerche e formazione ad alta tecnologia nelle scienze Biomediche con sede a Campobasso, precisando che la Fondazione «dovrà promuovere tutte le attività necessarie per ottenere e mantenere nel tempo il riconoscimento al Centro di Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, nonché la partecipazione diretta della Regione Molise alla vita del Centro». Il Cda, scriveva sempre Cattolica, è composto di cinque membri, quattro indicati dall’Università (Cattolica, ndr) e uno dal presidente della Regione Molise.
Nel 2019, commissario Giustini, venne formalizzata la voltura dei titoli della Fondazione a Gemelli Molise Spa. Infine, a marzo 2022 la maggioranza delle quote della Spa, detenute da Fondazione Policlinico Universitario Gemelli Irccs, è stata ceduta a Responsabile Capital, «non avendo il Consiglio dei ministri ritenuto di esercitare il “Golden power”, mentre la proprietà dell’immobile, secondo quanto si è appreso da notizie di stampa (Romano cita in questo caso Quotidianosanità, ndr)». Nell’estate 2023, infine, anche il restante 10% di Policlinico Gemelli sono state acquisite da Responsible. A settembre di un anno fa, inoltre, la nomina del rettore di Unimol Luca Brunese a presidente del Comitato scientifico di Responsible Hospital.
Chiesti gli atti alla Regione, e non avendone ottenuto che una parte, Romano si è rivolto al Tar che ha accolto la sua domanda ma «allo stato la suddetta sentenza resta inottemperata da parte della Regione, con conseguente impossibilità di prendere visione di fondamentali provvedimenti amministrativi dirimenti per comprendere, tra l’altro, la riconducibilità della proprietà della struttura ovvero l’adempimento di vincoli pubblicistici preordinati alla concessione del finanziamento».
Quindi, la “pulce” che Romano mette “nell’orecchio” dell’intera Assemblea legislativa: «La realizzazione della struttura immobiliare già sede dell’Università Cattolica è stata assistita da un finanziamento pubblico non inferiore a 70 miliardi di lire (Delibera Cipe 30 maggio 1991; 30 giugno1999); secondo quanto riferito, sembrerebbe che la stessa struttura sia di proprietà della Regione, fermo restando il vincolo di concederla in comodato all’Università Cattolica del Sacro Cuore».
A suo parere, sono poi «venuti meno gli obiettivi di pubblico interesse correlati alla realizzazione di un Irccs, nonché al collegamento con il Policlinico Universitario e finanche il coinvolgimento diretto della Regione nella gestione della struttura, un tempo rappresentata all’interno degli organi sociali e invece ad oggi del tutto estromessa», quindi «sembra desumibile il venire meno del fine pubblico per il quale i detti contributi pubblici erano stati erogati» e possibile, secondo l’avvocato bojanese, una «revoca totale o parziale del finanziamento pubblico a suo tempo erogato, ove mai destinatario dello stesso fosse un soggetto diverso dall’Ente pubblico Regione».
La mozione, in definitiva, impegna il governatore Roberti, «previa illustrazione dello stato dell’arte della trattativa circa la compravendita della struttura immobiliare già sede dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, nonché previa acquisizione della documentazione amministrativa e contrattuale concernente l’elargizione del contributo pubblico statale e/o regionale per la realizzazione della stessa, a porre in essere, preliminarmente, ogni iniziativa utile a verificare e accertare la proprietà del suddetto immobile, nonché la sussistenza dei presupposti per l’eventuale revoca del suddetto contributo pubblico ove sia confermato il venir meno medio tempore dei vincoli pubblicistici sottesi al riconoscimento di Irccs ovvero del coinvolgimento della Regione nella governance».
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