Un’ambizione più che decennale. Un’aspettativa legittima di chirurghi che, come Pasquale Santoro, hanno continuato a tenere alto il livello degli interventi al Cardarelli di Campobasso anche senza il “robot”. Il Molise è però l’unica regione d’Italia a non averlo ancora nelle sale operatorie dei suoi ospedali pubblici. Una lacuna che, ha assicurato ieri il direttore generale dell’Asrem Giovanni Di Santo, sta per essere colmata.
«Stiamo per deliberare l’acquisto di un sistema di chirurgia robotica che sarà un fiore all’occhiello per la sanità di questa regione. Avrà due consolle, in modo da poter essere utilizzato per gli interventi e per la formazione. Conto di convocarvi presto, prima possibile – ha detto rivolto ai giornalisti – per annunciarvi che lo abbiamo installato».
Di Santo ha preso parte alla conferenza stampa convocata per illustrare l’attività portata avanti dal reparto di Urologia diretto da Santoro e le iniziative di screening organizzate per la Settimana Azzurra, campagna di prevenzione per la salute maschile. Tra le offerte assistenziali dell’unità operativa complessa, quella dedicata ai problemi di fertilità – più diffusi di quanto si pensi anche fra i giovanissimi – e in generale andrologici. Se ne occupa il dottor Luca Venturino da quattro anni nell’ambulatorio. «Un’ottima base – il commento sul punto del direttore Di Santo – per costruirvi sopra, ad esempio, un servizio di procreazione medica assistita».
Tornando agli screening oncologici al maschile, il secondo tumore più frequente nel sesso maschile è quello della prostata. Assume, quindi, importanza decisiva una attenta e mirata prevenzione urologica, associata a buoni stili di vita. Ma è anche fondamentale poter contare su interventi efficaci. «Ci occupiamo della diagnostica e assicuriamo trattamenti terapeutici all’avanguardia – ha spiegato il primario di Urologia Santoro – Disponiamo di una tecnologia, “laser al Tullio”, avanzatissima per il trattamento dell’ipertrofia prostatica benigna e prestissimo potremo contare su altro». Il robot per la chirurgia di cui ha poi parlato Di Santo.
Sul fronte delle malattie uro-oncologiche è intervenuta la dottoressaAlessandra Di Lallo che ha rimarcato quanto «lo screening per il tumore della prostata sia particolarmente indicato nella fascia di età tra i 50 ed i 70 anni. Prima di allora potrebbe essere utile fare un singolo esame, Psa, che se in un uomo di 40, 45 anni restituisce un valore intorno all’1 o 1,5, vorrà dire che il soggetto non è a rischio e quindi dovrà effettuare lo screening dopo i 50 anni ogni due, tre anni. Al contrario, con un valore di 2 – 2,5 e con familiarità per il tumore prostatico, bisognerà fare attenzione. Sicuramente è fondamentale non eseguire prestazioni inutili».
Infine Venturino, che si occupa principalmente della sezione andrologica, ha parlato delle attività ambulatoriali. «Da circa tre anni – ha specificato fra l’altro – stiamo effettuando degli interventi di corpoplastica e abbiamo attivato un sistema di gestione dell’infertilità. Quest’ultima è una problematica che affligge, nel 30% dei casi, l’uomo. Se scoperta tra i 15 ed i 25 anni consente quasi sempre una risoluzione nei 10, 15 anni successivi».
r.i.

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