Al Molise 90 milioni di euro per chiudere con un passato di debiti in sanità. 90 milioni sui 130 di disavanzo da sanare (è l’ultima cifra indicata dalla politica locale come “certificata” dal tavolo ex Adduce).
Se a questo si aggiunge che nel riparto del fondo nazionale al Molise dovranno essere assegnati 20 milioni l’anno solo in considerazione delle sue caratteristiche territoriali, si comprende che stavolta la porta per uscire dal commissariamento prima e dal piano di rientro poi (per l’exit strategy servono comunque condizioni finanziarie più o meno solide) è stata “liberata”.
L’uscita da un labirinto che tiene imprigionato il Molise da oltre 15 anni è indicata dall’emendamento dei relatori della legge di Bilancio che ha recepito la base della proposta di modifica presentata settimane fa dalla deputata molisana di FdI Elisabetta Lancellotta e che ha resistito ad assalti e ragioni di Stato. Il provvedimento che ha la strada tecnicamente spianata insieme al favore del governo, sarà ragionevolmente parte integrante della manovra che mercoledì approderà in Aula. È una misura su cui l’esecutivo Meloni negli ultimi giorni ha ragionato insieme alla delegazione parlamentare molisana (Lancellotta in primis) e al presidente della Regione Francesco Roberti. Il testo, consultabile in pagina per estratto, prevede fra le altre cose che la Regione appronti un piano di copertura del debito entro il 31 gennaio 2025. Il governatore Roberti, è un’indiscrezione fondata che col passare delle ore prende sempre più consistenza, diventerà commissario. Se farà i compiti a casa, un commissario che presto si “auto eliminerà”. E gli scongiuri, presidente – se è vero che la scaramanzia è pratica molto frequentata in politica –, le sono concessi…
rita iacobucci