Il suo nome non lascia mai indifferenti. La nomina a capo della Cittadella della Salute (la terza azienda ospedaliera d’Italia), gestita da Regione Piemonte e Università di Torino, ha fatto discutere quindi prima ancora di essere formalizzata. A fare resistenza, rispetto alla scelta che l’assessore Riboldi ha confermato il 23 dicembre scorso, i vertici dell’ateneo che avrebbero preferito un nome locale.
Invece Thomas Schael, come da anticipazioni de La Stampa riportate anche su queste colonne qualche giorno fa, torna nel capoluogo piemontese (dove aveva lavorato già anni fa inviato dall’Agenas per correggere i conti). E lascia quindi il confine col Molise, dove si è dimostrato un osso duro per l’aggressione all’utenza della costa e dell’immediato hinterland da quando nel 2019 il governatore Marco Marsilio lo ha indicato a capo dell’Asl di Chieti.
La pianificazione del nuovo ospedale a San Salvo, gli investimenti in macchinari per gli ospedali e per il territorio, la chiusura dei primi investimenti del Pnrr: le strutture sanitarie del Chietino per il basso Molise sono state in questi anni molto competitive e attrattive.
Ma un duro colpo lo ha assestato anche l’Asrem guidata da Giovanni Di Santo riportando a casa, qualche mese fa, Vincenzo Biondelli, ex primario della Ginecologia del San Pio di Vasto (dove moltissime donne molisane andavano a partorire) oggi direttore dello stesso reparto al San Timoteo di Termoli. Attuando il mandato ricevuto dal presidente del Molise, il dg Di Santo ha iniziato così a combattere Schael sullo stesso terreno e con le stesse armi. All’ospedale di Termoli, oltre a Biondelli, sono numerosi i nuovi primari (da Angelo Ferrara per la Chirurgia a Giuseppe Gagliardi per l’Ortopedia passando per il ritorno in riva all’Adriatico di Nicola Rocchia per Medicina).
In Abruzzo, Schael lascia un ricordo a due facce. Talento, rigore e determinazione fanno dell’ingegnere tedesco 62enne un manager sanitario puro. Gli spigoli caratteriali – insieme a risultati finanziari poco lusinghieri non in linea con il suo track record – gli hanno attirato le “non simpatie” degli amministratori locali. Il Comitato ristretto dei sindaci della Asl, criticando l’operato del manager, ha stimato che i debiti sono passati da 13,7 (2019) a 67,1 milioni.
Dall’azienda sanitaria di Chieti parte anche il direttore della programmazione e responsabile della trasformazione digitale. Giovanni Gorgoni, un passato importante in Puglia, è il nuovo dg dell’Asl di Asti.
r.i.

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