Il cronoprogramma lo ha annunciato il presidente della Regione durante la conferenza stampa di fine anno. Entro gennaio, ha detto Francesco Roberti, «abbiamo chiesto all’Università Cattolica di avere i documenti ufficiali sulla proprietà dell’immobile di Campobasso e anche sulla sua quotazione. Così potremo poi effettuare una valutazione non solo politica ma tecnica e finanziaria sulla convenienza dell’operazione».
Se sia cioè, ha aggiunto il governatore nell’incontro con la stampa che si è svolto nell’auditorium del Cosib (nella zona industriale di Termoli), più conveniente «ristrutturare il Cardarelli, che ci costerebbe 100 milioni, oppure acquistare l’edificio dove oggi c’è il Responsible». A un prezzo che si è guardato bene dallo scoprire ma che, al di là delle formalità, sarebbe già stato oggetto quanto meno come ipotesi degli incontri che fin qui si sono tenuti.
Le formalità dovranno essere tutte seguite nei minimi dettagli, la Regione punta ad acquisire al patrimonio un edificio in cui trasferire poi l’ospedale pubblico più grande del Molise. Un impegno politico e amministrativo tutt’altro che marginale. Tra le altre cose, lo staff della presidenza sta approfondendo la natura dell’operazione per scegliere l’iter normativo più idoneo e adeguato (serve l’autorizzazione da parte del Consiglio? Oppure è un atto di competenza della struttura commissariale della sanità?).
Ma la rotta è decisa. Roberti lo ha confermato in maniera quasi romantica: «Il mio sogno è realizzare all’ex Gemelli un polo di assistenza sanitaria, di ricerca e didattica che possa diventare attrattivo per i ragazzi che scelgono Medicina come corso di studi, soprattutto adesso che stiamo superando il numero chiuso».
Primo passo, l’acquisto dell’edificio che fu costruito con fondi pubblici prevalentemente nazionali – la Regione partecipò stanziando dieci milioni della legge sull’edilizia sanitaria (arrivavano sempre quindi da Roma) per il secondo lotto – e uno stanziamento regolato da un protocollo d’intesa coi Ministeri coinvolti. Una decina di giorni prima di Natale, secondo quanto è trapelato, il Consiglio di amministrazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, proprietaria dell’immobile, ha autorizzato la vendita. Ha deciso che il “cespite” di Campobasso, dove UniCatt ormai non effettua più attività didattica, si può alienare. La rettrice Elena Beccalli ha quindi via libera per definire gli ultimi dettagli portando così a compimento il negoziato con la Regione Molise (cruciale è stato il ruolo del suo collega dell’Unimol Luca Brunese).
Cardarelli e Responsible, dopo il closing, non sono destinati solo a “coabitare”. L’obiettivo, ha infatti chiarito il presidente Roberti sempre il 30 dicembre scorso, è realizzare nello stabile che oggi ospita solo l’ospedale guidato da Stefano Petracca una vera e propria integrazione anche nei servizi assistenziali. «Avremo quasi un Dea di II livello», così Roberti. Responsible, infatti, ha il reparto di Cardiochirurgia e quello di Radioterapia. In entrambi i casi, i soli accreditati in Molise.
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