Dissezione dell’arco aortico: una delle patologie più pericolose e in cui più che in altri casi davvero il tempo è tutto.
Al Cardarelli di Campobasso, qualche giorno prima di Natale, è stata trattata una dissezione aortica con un innovativo intervento di trattamento endovascolare. L’operazione, effettuata con l’utilizzo di una protesi realizzata su misura e dotata di due branch (rami), rappresenta una svolta significativa nell’offerta della sanità pubblica molisana rispetto alle tecniche chirurgiche mininvasive.
I dettagli sono stati presentati ieri nell’ospedale di contrada Tappino dal dg dell’Asrem Giovanni Di Santo e dai direttori delle unità operative di Anestesia, Vincenzo Cuzzone, e di Chirurgia vascolare, Luca Iorio. Alla conferenza stampa erano presenti anche gli altri chirurghi vascolari del reparto del Cardarelli – Lucia Cucciolillo, Marisa Stracqualursi, Mario Mastrunzo e Maurizio Maiorano – insieme al personale infermieristico che ha collaborato alla riuscita dell’operazione.
Il dottore Iorio ha parlato di «nuova frontiera che si è aperta all’ospedale Cardarelli, in quanto siamo riusciti grazie alla collaborazione con gli anestesisti, con i cardiologi, con tutto il personale della sala operatoria, con il nostro personale infermieristico della chirurgia vascolare ad affrontare un caso complesso, un caso di cardiochirurgia eseguito quasi interamente per via percutanea, cioè senza utilizzare il bisturi. Si può capire – ha proseguito – come sia estremamente importante in termini di offerta sanitaria in quanto l’intervento che siamo andati a eseguire normalmente prevede un’apertura dello sterno, l’esecuzione di una circolazione extra corporea, lo stazionamento per diversi giorni in Rianimazione, mentre il paziente da noi trattato solo il giorno dell’operazione, per sicurezza, è stato ricoverato in Rianimazione, il giorno dopo era perfettamente sveglio, lucido, si poteva muovere ed era nel nostro reparto».
Un «avanzamento tecnologico eccezionale – ancora Luca Iorio – che si è potuto ottenere solo grazie a un grande gioco di squadra. Devo ringraziare la direzione strategica, rappresentata qui dal dg Di Santo, perché questi dispositivi vengono costruiti custom made, cioè su misura per il paziente, e hanno dei costi molto importanti ma forse la fortuna di avere un direttore generale che è anche un medico ci ha reso la vita molto più facile perché alla nostra richiesta abbiamo ottenuto un’immediata risposta fattiva».
Un altro evento importante «dal punto di vista dell’innovazione e della competenza. Questi interventi multi specialistici, realizzati da più equipe, vengono – ha rimarcato Di Santo – vengono effettuati solo in centri d’avanguardia scientifica. Andiamo avanti, dunque, con determinazione per implementare l’offerta del Cardarelli. Al primario Iorio il grazie e gli auguri per essere stato nominato da poco direttore dell’unità operativa complessa».
Già responsabile del blocco operatorio dell’ospedale pubblico regionale e della nuova unità di Recovery Room, Cuzzone come Iorio uno dei nuovi giovani primari che l’azienda sanitaria ha scelto all’esito di procedure di concorso che hanno dato stabilità a molti reparti. Nell’unità di Anestesia e Rianimazione, ha spiegato a margine della conferenza stampa, è stata ereditata «una situazione in cui c’è tanto di buono ma anche tanto da poter fare. Un plauso particolare va a questa direzione strategica perché con la nomina dei nuovi primari ha creato grande entusiasmo e grande collaborazione tra direttori, cosa che prima non si registrava, per cui si possono portare a casa risultati seppure con sacrificio, però c’è l’entusiasmo e la voglia di farlo. Riprenderemo anche con l’organizzazione dei trapianti, ci sarà maggiore sinergia tra blocco operatorio e Rianimazione, un anestesista ha preso servizio proprio oggi e ne arriveranno altri. Stiamo cercando di creare una squadra, il tasto dolente è proprio questo visto che sono andati via dei colleghi in passato, via ma abbiamo una base solida su cui poter lavorare».

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