Lo spunto per questo articolo, una sorta di inchiesta velocissima (ve le ricordate le flash survey dell’Iss ai tempi del Covid? Ecco una specie…), è arrivato – come spesso accade a Primo Piano Molise – dalla segnalazione di una lettrice, una utente del servizio sanitario regionale che, recatasi al Cup per prenotare una prestazione, non è riuscita a farlo perché il codice presente sulla ricetta era sbagliato. Un numero che non identifica più l’esame di cui la signora aveva bisogno.
Come è possibile? È possibile perché i “numeri” sono cambiati, tutti. Dal 30 dicembre, dopo un anno di rinvii è entrato in vigore il nuovo nomenclatore tariffario. Una “rivoluzione” attesa da tempo perché, concretamente, riconosce come esigibili dal parte del cittadino (a carico quindi del Ssn) prestazioni che prima non erano ricomprese nei Lea, si pensi solo alla procreazione medicalmente assistita. Uno stress test formidabile per i sistemi informativi delle Asl. Che, infatti, sono andati in tilt pressoché in tutta Italia e più che in Molise. Una rapida rassegna stampa sul web rende evidente che in molte Regioni i problemi seri nell’accesso alle prenotazioni in più di qualche caso persistono.
In casa Asrem come è andata? I primi giorni, ammettono dalla direzione dei Sistemi informativi le anomalie e le segnalazioni di criticità ci sono state. Ma un monitoraggio quotidiano della situazione, curato da uno dei funzionari neo assunti all’esito del concorso per collaboratori amministrativi, ha permesso di trovare passo passo la soluzione. Soluzione che spesso è passata per un contatto diretto col medico proscrittore.
I protagonisti della rivoluzione “nuovo nomenclatore” infatti sono tanti, non solo le Asl. Sono, anche e soprattutto, i medici di famiglia e i pediatri di libera scelta, i professionisti che materialmente inseriscono il codice sulla ricetta necessario all’operatore dello sportello Cup per inserire la prestazione e ottenere una data e un luogo, insomma un appuntamento per l’utente.
Il medico di base utilizza un software, che non è lo stesso del Cup e che va aggiornato. Non sempre questo aggiornamento, a cura dei fornitori, è stato immediato. Né è semplice e immediato inquadrare le singole prestazioni, che hanno cambiato anche nome spesso e non solo il codice. Molte, inoltre, sono state eliminate e “raggruppate” in altre classi. E ci sono poi le nuove.
Oltre a chiedere agli operatori degli sportelli di segnalare le criticità riscontrate e un aiuto anche al call center per raccogliere e dare informazioni, la direzione dei Sistemi informativi ha deciso di attivare un canale dedicato per medici e pediatri che possono può utilizzare la mail supportocupmmg@asrem.molise.it per chiedere “aiuto” e delucidazioni in caso riscontrassero problemi o dubbi. L’invito dell’azienda sanitaria è a utilizzare questo canale il più possibile in modo da abbattere i disagi all’utenza.
Una serie di contromisure e azioni di programmazione, definite dalla cabina di regia che il dg Di Santo ha insediato poco dopo il suo arrivo a via Petrella principalmente per la riduzione delle liste di attesa, ha pianificato per tempo. E che hanno consentito, insieme anche alla risposta dei medici tutto considerato positiva ed efficace rispetto alla sfida, al sistema Cup del Molise di non collassare.
Certo, ammettono da via Petrella, «i problemi che comporta un passaggio così significativo si registrano anche da noi, come pure a volte agli utenti non possiamo fornire la prenotazione perché alcune agende sono già sature per via della carenza di personale».
Il dg Giovanni Di Santo conferma: «Abbiamo preparato per tempo lo “switch”, la cabina di regia ci ha lavorato per alcuni mesi. Difficoltà sono state riscontrate e ce ne sono ancora, è fisiologico, ma vi abbiamo fatto fronte quotidianamente. Poi, ormai sapete come la penso, tutto è migliorabile. Stiamo per dare via libera – l’annuncio del manager – a un nuovo modello organizzativo per il Cup che sarà ancora più efficiente».
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