È finita come era cominciata: massimo sforzo, minima (o pessima) resa. La Torre Covid, ristrutturazione dell’ex hospice accanto al Cardarelli con potenziamento delle terapie intensive e semi intensive dell’ospedale regionale, non si farà. O meglio, per essere precisi, non la costruirà di sicuro il Consorzio Stabile Build che si era aggiudicato nel 2020 i lavori all’esito della procedura gestita dall’allora commissario per il Covid Arcuri.
Dopo mesi a rincorrere la firma dell’impresa in calce al contratto di appalto, l’Asrem ha infatti dovuto alzare bandiera bianca. Anche perché l’orizzonte temporale del finanziamento si è esaurito. E dire che ai circa 4 milioni stanziati da Roma per rafforzare l’offerta di terapia intensiva e la funzionalità del Pronto soccorso la Regione negli anni ne ha aggiunti almeno altrettanti per adeguare il progetto dell’hub Covid, la cui strategicità è stata ritenuta sussistente anche dopo la fine dell’emergenza pandemica (si tratta comunque della riqualificazione di una struttura sanitaria pubblica collocata in posizione baricentrica).
È di giovedì 13 marzo la delibera con cui il dg Asrem Giovanni Di Santo – il provvedimento è firmato anche dai direttori sanitario e amministrativo Bruno Carabellese e Grazia Matarante – prende atto «dell’ingiustificata e/o illegittima mancata sottoscrizione, da parte del Consorzio Stabile Build, del contratto di appalto specifico di cui al Sub-Lotto Prestazionale 1 dell’Accordo Quadro del 2.11.2020-Lotto Geografico Molise –CIG8444813026–Area Campobasso, Terapie Intensive e Semintensive e Pronto Soccorso dell’ospedale “A.Cardarelli” di Campobasso» e procede alla «risoluzione per grave inadempimento dell’ODA sottoscritto inter partes in data 8.11.2025 in danno del predetto Consorzio» per il «reiterato e omesso adempimento a quanto intimato dalla
Asrem con diffida ad adempiere» il 29 ottobre 2024, poi il successivo 30 novembre e il dicembre 2024.
Tra l’azienda sanitaria del Molise e il Consorzio Stabile non è mai scoccata la scintilla. L’impresa edile ha da subito contestato il progetto, ritenendolo difficilmente realizzabile. In effetti, l’elaborato è poi cambiato più volte, anche per i rilievi espressi dal Comando provinciale dei Vigili del fuoco. Il che ha prodotto pure l’innalzamento dei costi. La situazione, ereditata dalla governance Di Santo, pareva essere migliorata ma alla fine la consegna del cantiere non si è mai concretizzata.
L’accordo quadro del 2020 è quindi stato dichiarato decaduto. Con la delibera 356 del 13 marzo scorso, inoltre, l’Asrem si riserva «ogni qualsivoglia azione di tipo risarcitoria ulteriore in riferimento alla perdita dei finanziamenti (…), e comunque al danno scaturente dai maggiori costi delle lavorazioni oggetto dell’ODA, nonché del contratto di appalto specifico non sottoscritto dal Consorzio Build». E di procedere «con separato ed urgente atto, agli adempimenti successivi di competenza della Stazione Appaltante, preordinati alla stipula del nuovo contratto di affidamento dei lavori».

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