Dopo la risoluzione del contratto con il Consorzio Stabile Build, l’azienda sanitaria regionale ha deliberato l’indizione di una nuova gara per la realizzazione dell’intervento che tutti conoscono come Torre Covid o Hub Covid al Cardarelli di Campobasso. Due i lotti funzionali: il primo da 4,2 milioni e il secondo da 2,6 per un totale di circa 9 milioni (8,8). Questa la base d’asta. A occuparsi dell’appalto sarà la Centrale unica di committenza della Regione.
La settimana scorsa, la direzione strategica di via Petrella guidata da Giovanni Di Santo ha preso atto che non c’erano più i presupposti per andare avanti con l’impresa individuata ormai qualche anno fa dall’ex commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus, Domenico Arcuri. Anche perché l’orizzonte temporale del finanziamento si era esaurito. O meglio, la finestra a disposizione per avviare i lavori in base al primo affidamento si era ormai “chiusa”.
Una storia infinita che ha avuto anche diversi capitoli finanziari. Ai circa 4 milioni stanziati da Roma per rafforzare l’offerta di terapia intensiva e la funzionalità del Pronto soccorso (questo il nome tecnico dell’intervento) la Regione negli anni ne ha aggiunti almeno altrettanti per adeguare il progetto dell’hub Covid, la cui strategicità è stata ritenuta sussistente anche dopo la fine dell’emergenza pandemica (si tratta comunque della riqualificazione di una struttura sanitaria pubblica collocata in posizione baricentrica).
Giovedì 13 marzo 2025, la delibera con cui il dg Di Santo – il provvedimento è firmato anche dai direttori sanitario e amministrativo Bruno Carabellese e Grazia Matarante – ha preso atto «dell’ingiustificata e/o illegittima mancata sottoscrizione, da parte del Consorzio Stabile Build, del contratto di appalto specifico» e ha proceduto alla «risoluzione per grave inadempimento dell’ODA sottoscritto inter partes in data 8.11.2025 in danno del predetto Consorzio» per il «reiterato e omesso adempimento a quanto intimato dalla Asrem con diffida ad adempiere» il 29 ottobre 2024, poi il successivo 30 novembre e il dicembre 2024».
Tra l’azienda sanitaria del Molise e il Consorzio Stabile non è mai scoccata la scintilla. L’impresa edile contestò subito il progetto, ritenendolo difficilmente realizzabile. In effetti, l’elaborato è poi cambiato più volte, anche per i rilievi del Comando provinciale dei Vigili del fuoco, con conseguenze innalzamento dei costi. La situazione, ereditata dalla governance Di Santo, pareva essere migliorata ma alla fine la consegna del cantiere non si è mai concretizzata.
L’accordo quadro del 2020 è quindi stato dichiarato decaduto. Con la delibera 356 del 13 marzo scorso, inoltre, l’Asrem si riserva «ogni qualsivoglia azione di tipo risarcitoria ulteriore in riferimento alla perdita dei finanziamenti (…), e comunque al danno scaturente dai maggiori costi delle lavorazioni oggetto dell’ODA, nonché del contratto di appalto specifico non sottoscritto dal Consorzio Build». E di procedere «con separato ed urgente atto, agli adempimenti successivi di competenza della Stazione Appaltante, preordinati alla stipula del nuovo contratto di affidamento dei lavori».
È del 24 marzo, infine, l’ulteriore provvedimento. L’Asrem ci riprova: sarà la volta buona per la Torre Covid?