Riscatta un passato da pecora nera, cattivo esempio. L’azienda sanitaria del Molise è finita spesso sui giornali nazionali per i ritardi record nei tempi di pagamento ai fornitori e il buco nel bilancio. Elementi strettamente interconnessi.
Ieri Il Sole 24 Ore, nello speciale Focus Sanità, invece ha dedicato all’Asrem un’intera pagina. Una pagina che parla di risultati. Tendenze positive che porteranno a traguardi, per la prima volta, con il segno più.
Se è vero che la salute non è affare da ragionieri, lo è altrettanto che una sanità indebitata non riesce ad offrire servizi adeguati ai pazienti. Anche perché il sistema dei piani di rientro è inesorabile: senza uscire dal commissariamento, o comunque senza un equilibrio di bilancio, le assunzioni sono bloccate e con esse le risorse che servono a migliorare l’offerta. Da Roma, in sintesi, a chi sta nella black list arriva il minimo indispensabile.
«Dopo oltre un decennio di piano di rientro, la svolta è dell’agosto 2016 con l’approvazione del piano operativo straordinario» del presidente-commissario Frattura nella Conferenza Stato-Regioni. Così la sintesi del quotidiano di via dell’Astronomia. Che approfondisce le azioni che, in attuazione del piano operativo, sta mettendo in campo la direzione generale (guidata da Gennaro Sosto, con Antonio Lucchetti direttore sanitario e Antonio Forciniti direttore amministrativo). In particolare, il Sole spulcia fra i dati finanziari. La perdita di esercizio è andata progressivamente riducendosi: nel 2013 rappresentava il 17% del valore della produzione, nel 2016 il 5%. E la previsione per il 2017 è del 3%. «Risultato ottenuto per effetto di processi di revisione del sistema degli acquisti, di spending review, realizzata non in maniera indiscriminata – si legge nell’articolo – ma focalizzata ad indirizzare le risorse disponibili prevalentemente sul core business aziendale, comprese le risorse umane, la revisione dei rapporti contrattuali con i privati accreditati e la ridefinizione dei livelli organizzativi delle prestazioni erogate, collocandoli in regimi assistenziali più appropriati».
Cancellare i debiti è adesso l’obiettivo principale. La ristrutturazione poggia sulla concessione del mutuo da 243 milioni da parte del ministero dell’Economia. Nel 2015 la punta massima dell’esposizione con oltre 435 milioni. Al 31 dicembre 2016, per effetto della ristrutturazione, si era passati a 270 milioni, la previsione per il 2017 è di 113 milioni (-74%). Soprattutto, le stime sui tempi di pagamento attestano 120 giorni nell’ultimo trimestre 2017 (in anni non lontani l’Asrem chiudeva sempre la classifica, non da sola, con oltre 7-800 giorni). A consuntivo 2018, se il processo virtuoso sarà portato avanti, l’obiettivo 30-60 giorni sarà alla portata.
Infine, la riorganizzazione ospedaliera: reingegnerizzazione in gergo tecnico. Risorse concentrate su tre plessi generalisti (più quello di Agnone), Larino e Venafro in fase di riconversione in Case della Salute. Non solo.
«Un aspetto innovativo della rete ospedaliera – scrive quotidiano di Confindustria – è rappresentato dall’organizzazione delle degenze dei plessi ospedalieri “per intensità di cura”, in relazione a criteri quali: il grado di urgenza, l’assorbimento di tecnologie, la complessità assistenziale o l’instabilità clinica». Si tratta della ‘rivoluzione’ già avviata al Cardarelli.
La prima area di degenza omogenea che si sta realizzando è quella internistica (di medicina interna): una decina le discipline che vi confluiscono, fra cui l’oncologia e la neurologia. Presto, un altro protocollo operativo da parte dell’Asrem: riguarderà l’area chirurgica.