Sei consiglieri regionali hanno presentato una richiesta di convocazione urgente dell’Assise per discutere di sanità: in particolare, dell’approvazione con legge nazionale (la manovrina) del piano operativo straordinario che, secondo gli esponenti di maggioranza e opposizione, avrebbe minato l’autonomia normativa del Molise.
A sottoscriverla Petraroia, Niro, Totaro, Scarabeo, Sabusco e Fusco Perrella. L’ex assessore al Lavoro, inoltre, ha inviato un’informativa alla Cgil nazionale (che per il 4 e 5 luglio organizza a Roma una manifestazione in occasione dei 40 anni della riforma sanitaria) e regionale e alla presidente della Commissione parlamentare Antimafia Rosy Bindi.
Secondo Petraroia, ciò che è accaduto in Molise «mette in discussione il diritto dei cittadini a fruire dei livelli essenziali di assistenza; sancisce il ruolo sostitutivo e non aggiuntivo/integrativo della sanità privata convenzionata nell’erogazione di prestazioni essenziali delicate con l’assegnazione di una percentuale elevatissima di posti letto; conferma il declassamento del principale ospedale regionale (Cardarelli di Campobasso) da Dea di II livello a Dea di I livello con il contestuale declassamento a ospedali di base per le strutture di Isernia e Termoli ed un indefinito ruolo di ospedale di area disagiata montana per Agnone; non risolve l’organizzazione della rete di emergenza/urgenza per le patologie tempo – dipendenti; non chiarisce se, quando e come si investirà sulla funzionalità, modernizzazione ed efficienza della strumentazione in dotazione; affronta in modo generico l’assetto a regime delle Unità operative complesse, l’assetto della pianta organica, del turn – over e della qualificazione – innovazione – specializzazione – aggiornamento e formazione del personale».
Nessun confronto è stato possibile, rileva poi, visto che il governo Gentiloni ha inserito con un emendamento a sorpresa il varo con legge del programma operativo del Molise e poi sulla manovrina, così modificata, ha posto la fiducia. Sollecita, quindi, una mobilitazione nazionale. «Consapevole che l’attacco ai diritti e alle tutele rientra in un indirizzo politico – culturale più ampio, sussiste il rischio che i gravi fatti accaduti in Molise in materia sanitaria possano rappresentare un riferimento in negativo da estendere in futuro ad altre Regioni, ed anche per questo occorre una forte ed ampia iniziativa nazionale a tutela dei cittadini molisani, che hanno gli stessi diritti di tutti gli altri cittadini italiani, così come sancisce la Costituzione e la legge 833/1978».