Dopo la presa di posizione del Neuromed e la querelle sul futuro nuovo ospedale di Vasto, la Uil ribadisce il suo giudizio sul programma operativo straordinario: «Un piano che limita il Molise. Bisogna avere il coraggio di invertire la rotta guardando ad una programmazione di medio e lungo termine che sappia cogliere le opportunità e non distruggerle, attraverso una seria riorganizzazione del Sistema sanitario regionale che punti alla qualità».
La segretaria regionale Tecla Boccardo punta sulla mobilità attiva. «Dobbiamo offrire noi agli abitanti di Abruzzo, Campania, Puglia le nostre eccellenze, altro che ospedali costruiti poco oltre i nostri confini regionali! E basta molisani costretti ad elemosinare un posto letto altrove. È una battaglia, quella che è in corso, sulla mobilità sanitaria. Occorre accettare la sfida tutti insieme, come pare che anche la Regione voglia fare, e giocarsela con determinazione fino in fondo, ma per vincere è necessario approntare da subito un nuovo Pos. Puntare all’aumento della mobilità attiva è la sfida». E per farlo, sostiene, bisogna difendere la sanità molisana «pubblica, accreditata o privata che sia». La ricetta del sindacato prevede l’attivazione di un sistema a rete unica che parta della medicina sul territorio, offerta ospedaliera integrata tra pubblico e accreditato, recupero delle inefficienze, eliminazione di sprechi e sperperi come la spesa per la farmaceutica, i contratti per la manutenzione della strumentazione, la mobilità passiva. Solo così, aggiunge Boccardo, «avremo quel potenziamento di strutture e capacità di attrarre noi pazienti da fuori regione e incrementare la mobilità attiva».
Infine, altre proposte: «Vanno recuperati i circa 200 posti letto che già ci spettano rispetto al parametro del decreto Balduzzi e alla premialità per la mobilità attiva fatta in particolare dalle strutture accreditate. Proponiamo di utilizzare le cospicue risorse finanziarie dell’Obiettivo tematico 11 dei fondi strutturali per la realizzazione di partnership pubblico-privato (come da anni si fa in Veneto o in Lombardia) per rinnovare e rafforzare la rete ospedaliera e potenziare la dotazione di apparecchiature tecnologiche e per una sanità di qualità e all’avanguardia. È un peccato continuare a perdere queste risorse per colpa di una visione miope!».