Ancora commissariata, è la sanità la delega più scottante che passerà dalle mani di Paolo Frattura a quelle di Donato Toma.
Il neo governatore ha dichiarato che terrà per sé la competenza tecnica, come assessorato, e auspica che il governo nazionale confermi la linea – che nel 2013 era l’unica ma il nuovo Patto per la Salute ha cambiato le cose – della nomina del presidente della Regione come commissario ad acta per il piano di rientro.
È proprio sulla sanità, e sulle scelte essenziali della programmazione sanitaria, che si riaccendono i riflettori in questa fase di interregno: Frattura ancora formalmente presidente, Toma eletto dai molisani al suo posto ma in attesa della proclamazione.
Tra le scelte fondamentali, c’è l’integrazione fra Cardarelli e Cattolica. Una scelta che Frattura ha compiuto qualche anno fa ormai, nel programma operativo 2015-2018. Il protocollo d’intesa e il provvedimento attuativo, in base ai quali potrà dirsi cosa fatta, sono stati però osservati dai Ministeri qualche giorno prima del voto del 22 aprile. Quindi, tecnicamente l’integrazione è in stand-by. Se portata a termine come prevista inizialmente, Cardarelli e Fondazione coabiteranno, sull’edificio della Cattolica l’Asrem avrà diritto di superficie. Il personale delle due strutture resterà a carico dei rispettivi datori di lavoro, alcune prestazioni saranno erogate da uno solo degli inquilini anche per l’altro (discipline esclusive della Fondazione dovrebbero essere oncologia e cardiochirurgia).
Comunque, l’ultimo atto di rilievo firmato da Frattura come commissario della sanità è stato il via libera al piano di investimenti da 105 milioni di euro per la sanità pubblica, che prevede tra le altre somme 23 milioni per l’integrazione. A cosa servono questi soldi? Lo spiega il commissario ancora in carica: servono, dice Frattura, a realizzare il Pronto soccorso nella struttura della Cattolica – in cui il Cardarelli in base al progetto dovrà trasferirsi – se il piano dell’ospedale unico, cioè situato nello stesso edificio, sarà portato avanti. «Ma questo non lo decido io. Il programma operativo 2015-2018 del Molise è legge dello Stato. Se l’integrazione non dovesse più rientrare fra gli obiettivi non lo decide solo il commissario, ma il commissario insieme al Tavolo tecnico con una nuova norma. Non lo decide Frattura, Toma, un Papa o un altro Papa».
Certo, il riordino rimasto a metà non dà molte certezze. Perché un governo diverso ha il diritto e le prerogative per cambiare le cose. Il quadro politico che sostiene Toma è tendenzialmente vicino alla valorizzazione dei privati. Tradizionalmente non è il centrodestra a fare la guerra alle cliniche. Quello del Molise in particolare. Tanto che gli avversari puntano già il dito su due temi in particolare: rapporto con la Cattolica e rapporto con il Neuromed. È qui, più ancora che sul Dea di II livello da riportare al Cardarelli (secondo le intenzioni che lo stesso Toma ha dichiarato in campagna elettorale) che pezzi di centrosinistra e Forum per la sanità pubblica aspettano al varco il presidente.
Fin qui i ragionamenti politici. A cui si aggiunge non poca confusione. Se il decreto 46 del 26 aprile prevede di stanziare 23 milioni per l’eventuale realizzazione del Pronto soccorso in largo Gemelli, nelle premesse il provvedimento illustra in dettaglio anche il fabbisogno per migliorare il Cardarelli. Servono quasi 70 milioni di euro: è la cifra stimata per gli interventi di carattere strutturale, tecnologico e funzionale da realizzare all’edificio di contrada Tappino. La quota maggiore, 45 milioni, è rappresentata dall’adeguamento sismico dell’edificio, altri 15 sono necessari per quello antincendio. La struttura, dunque, richiede interventi urgenti di manutenzione ordinaria e straordinaria. Per quanto riguarda gli impianti tecnologici, c’è bisogno di interventi di adeguamento alla normativa degli impianti elettrico, antincendio, idrico, termico e sanitario. Si registra, inoltre, una ridotta capacità dell’impianto termico e di termodistruzione. Nel documento si evidenzia, inoltre, una carenza delle tecnologie presenti nella struttura ospedaliera e, in particolare, delle attrezzature di diagnostica.
Una stima che è all’origine della scelta dell’integrazione? «No. Io l’integrazione l’ho scelta per efficientare il sistema sanitario – risponde Frattura – e garantire ai molisani prestazioni migliori. L’obiettivo dell’efficientamento è perseguito anche individuando un ospedale unico dove erogare i servizi del Cardarelli e della Fondazione Giovanni Paolo II».
Nell’analisi sulla ‘convenienza’ dell’ospedale unico, comunque, il conto dei 70 milioni è rientrato.
Ma allora questi 70 milioni per il Cardarelli a cosa servono? Il Cardarelli viene trasferito o ristrutturato? Nessuna delle due cose per ora, verrebbe da dire. Nel senso che, appunto, l’integrazione è cosa da fare. E i 70 milioni rappresentano una stima elaborata dalla struttura già ai tempi dell’amministrazione Iorio. Gli interventi non sono previsti, infatti, fra quelli finanziati dal provvedimento del commissario Frattura (tabella in pagina). Ormai quasi ex commissario. Ora tocca al suo successore decidere.
r.i.
Cardarelli-cattolica, piano massonico
I grembiulini vogliono sempre e solo fare affari e prendere decisioni contro il popolo