Rientra da Roma con un riparto da 579 milioni di euro (è la quota del fondo sanitario nazionale assegnata al Molise, qualche milione in più dello scorso anno) e con una posizione politica della Conferenza delle Regioni che al tavolo della trattativa sul nuovo Patto per la salute porta anche la situazione della XX Regione. «Avevo condiviso quasi tutto il documento, tranne per il punto che sollecitava di rimettere in discussione i commissariamenti e di sospenderli per Campania e Lazio senza però contemplare la situazione in cui il Molise e la Calabria si trovano già. Ne ho parlato coi colleghi – spiega Donato Toma – e abbiamo concordato una modifica che per la nostra Regione è importante».
A dicembre il governo Conte ha nominato i commissari Angelo Giustini e Ida Grossi. Cortocircuito istituzionale che non sembra diminuire di intensità, anzi. E che in attesa del vaglio della Corte costituzionale – il governatore Toma ha presentato due ricorsi alla Consulta nonché uno al Tar – si arricchisce di polemiche roventi e puntate di trasmissioni televisive. Non solo. I governatori hanno condiviso il documento su cui avviare la trattativa con il ministro Grillo sul Patto per la salute e il documento chiede, fra le altre cose, che Palazzo Chigi concordi su un punto: che, cioè, fino alla definizione del nuovo Patto, sia revocata o sospesa l’efficacia delle delibere del Consiglio dei ministri del 7 dicembre 2018 di nomina dei commissari di Calabria e Molise.
Insomma, il presidente Toma non si arrende. E sulla richiesta del generale della Guardia di Finanza in congedo di avere uno staff – un addetto stampa e un consulente di sua fiducia – e un’auto di servizio ha deciso. Nessun problema per la macchina, d’altro canto è naturale che Giustini e la sub commissaria Grossi debbano spostarsi sul territorio nell’esercizio del loro mandato e debbano poterlo fare nella maniera più efficace possibile. Il servizio logistico della Regione, spiega Toma, ha individuato «nel parco mezzi una Panda». L’autista dedicato, aggiunge, per il momento è stato messo a disposizione dall’Asrem, ma anche su questo Palazzo Vitale provvederà.
Niet, invece, per quanto riguarda lo staff. «Ho chiesto al dirigente del Personale e mi ha risposto che non è previsto che la struttura commissariale possa utilizzare personale esterno. Non è una segreteria politica, per esemplificare. I commissari hanno già a disposizione tutta la direzione generale Salute, ci sono 30 persone che lavorano in sanità in Regione». Nulla da fare, quindi.
Così, la polemica cominciata con la difesa del vicepremier Di Maio – che da un palco abruzzese aveva accusato Toma di bullizzare i due tecnici inviati a rimettere a posto i conti della sanità perché li aveva sistemati in stanze senza computer e con stufette per riscaldarsi – prende un’altra piega. Una piega che non tralascia il tema ‘compensi’: in totale, per i due commissari, 380mila euro all’anno che gravano sulle casse della Regione. In via Genova per occuparsene, lunedì sera anche una troupe di ‘Stasera Italia’, la striscia serale di Rete 4 condotta da Barbara Palombelli. Intervista a Toma, che l’ha rilasciata, e qualche domanda a sorpresa alla sub commissaria Grossi.
I difficili rapporti fra terzo e quarto piano sbarcano così sugli schermi di Mediaset, diventando di dominio pubblico. Come nella migliore tradizione delle difficili coabitazioni fra presidenti di Regione e commissari della sanità. Una condizione che per il Molise è inedita. Sulle reti nazionali, però, la XX Regione è abituata, purtroppo, a finirci.
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